Gli altri Paesi Ue non accoglieranno i migranti nei loro porti. Fronte se ne lava le mani: “Non spetta a noi risolvere problemi politici”.
“Ho sentito la richiesta dell’Italia, ma non ho registrato alcuna disponibilità da parte degli altri Paesi ad accogliere sbarchi di migranti nei loro porti”.
A margine della sua audizione all’Europarlamento di Bruxelles il giorno dopo l’incontro a Varsavia, di Frontex, Fabrice Leggeri, mette in chiaro (una volta per tutte) il gran rifiuto dei prinicipali Stati membri ad aiutale l’Italia a fare fronte all’emergenza immigrazione. Se, infatti, l’agenzia delle frontiere è disposta a rivedere il piano operativo di Triton, avverte che l’ipotesi di consentire alle navi dell’operazione di sbarcare i migranti in porti diversi da quelli italiani è “una questione complessa per diverse ragioni, soprattutto politiche”. “E non spetta a Frontex risolvere problemi politici”.
Già nei giorni scorsi, e in particolare in occasione del Consiglio dei ministri degli Interni Ue di Tallinn, la scorsa settimana, diversi Paesi avevano espresso dubbi e perplessità, se non un’aperta opposizione, all’idea italiana di chiedere che anche altri porti europeiaccolgano le imbarcazioni delle operazioni Ue che salvano migranti nel Mediterraneo centrale. Secondo la richiesta presentata formalmente ieri dall’Italia alla riunione del Consiglio di gestione di Frontex a Varsavia, il nuovo piano operativo per l’operazione Triton, che a fine 2014 ha sostituito quella nazionale Mare Nostrum, dovrebbe prevedere proprio questa possibilità: l’utilizzo di porti di altri Paesi dell’Unione europea oltre che di quelli italiani in caso di flussi massicci di migranti. Ma, come ha spiegato Leggeri, tale piano “deve essere concordato fra Italia, altri Stati e Frontex e gli Stati che partecipano devono essere d’accordo con il piano operativo”, che devono approvare “all’unanimità”(guarda il video).