Milano. Martina e i lanci dell’acido. “Così salvavo la coppia”

martina levato«CRISI di coppia da superare». Con l’acido. Ci arriva, a sversare solforico sulle facce di ex o contatti casuali, Martina Levato – racconta davanti ai giudici – così come si finisce in un vicolo cieco. E proprio quando sta per raggiungere il nirvana – la famiglia con Alex –, il sogno si infrange sulla scoperta dei tradimenti di lei e sul «lutto» – a causa di questi – di lui. Lui, Alexander Boettcher, ascolta, quasi supervisiona, dalla gabbia. Lei, voce monotona, smorfie condiscendenti. Dietro, lo sguardo indecifrabile di Stefano Savi, loro vittima «per sbaglio», che mostra con composta naturalezza la bella faccia sfregiata e la battaglia quotidiana per tornare a vita e, poco distante, lo sguardo mobile di Antonio Margarito, punito a coltellate. È il processo a Boettcher per le aggressioni della banda dell’acido: il presidente Elena Bernate tenta di contenere le sbandate verso il set psicanalitico. Lì la butta, Martina: «Lui era sposato, io ero andata con altre persone». E dopo che «ci eravamo aperti, raccontandoci tutto, nel momento in cui avevo realizzato l’idea di una vita con lui, una famiglia, non potevo più averla perché Alex aveva scoperto i miei traffici… non sopportava l’idea di essere stato tradito, era un affronto alla sua virilità, alla sua persona…». «Potevamo essere felici e tutto si rompeva… liti continue… proprio mentre avevo in mano la mia vita, avevo in mano la mia famiglia, non riuscivo a tenerla…».
IL SESSO, dunque. E il possesso. Chiavi dello psico-acido: riporta al sesso malato la testimonianza di un caro amico di Pietro Barbini (l’ultima vittima del clan dell’acido), Giorgio Bindi, che, figlio della dinastia pasticcera milanese, racconta le confidenze di Pietro: «Mi diceva che Boettcher lo invitava a punire con lui, sessualmente, Martina». Già, lo psico-processo: anche il pm Marcello Musso ci infila una chiave di lettura sociologica: «Martina Levato è la parte sfortunata dell’élite milanese», la bocconiana che non arriva agli status di Barbini e di Bindi, e tenta la scalata attraverso Boettcher? Così l’acido compare su quelli con cui Martina aveva trafficato, ma utilizzando – deus ex machina – solo il bancario Andrea Magnani, cui lei appiccica addosso, oltre al ruolo reale di complice, anche quello di supplente totale di Boettcher, che scompare da ogni scena del crimine, pur dato presente da testimoni, telefonate notturne, appostamenti.