La piccolina tra le braccia della madre si contorce e strilla, si legge sul Corriere dela Sera, che ha pubblicato una scioccante intervista alla madre di uno dei bambini, tutti under 14, du appena undicenni, che dopo aver rubato una Citroen C4 hanno investitgo e ucciso una dona a Milano. «Scusate, ha fame. Mi hanno fatto uscire per cercare un negozio dove prenderle qualcosa da mangiare». La donna le rimette il ciuccio in bocca, si sistema la lunga gonna bianca, la maglietta leopardata, un paio di ciabatte e si volta, gli occhi velati dalle lacrime. È la madre di uno degli undicenni coinvolti nella tragedia di via Saponaro costata la vcita ad una pensionata di 71 anni.
«È da stamattina all’alba che piango. Per mio figlio. E per la signora che è morta», racconta con voce rotta dalla commozione. La donna spiega di aver scoperto quanto accaduto solo stanotte, quando il figlio e gli altri tre bambini le hanno raccontato la vicenda. «Erano usciti al mattino a piedi e sono tornati tardi. All’inizio non hanno detto nulla, poi stanotte si sono messi a piangere e mi hanno raccontato di questa tragedia».
L’auto rubata, con le chiavi all’interno o sottratta, è stata rintracciata dalle autorità. «Li avessimo visti in macchina, li avremmo fermati, avremmo detto qualcosa», aggiunge la madre, ancora sotto choc. Nonostante la gravità dell’accaduto, i bambini, tra cui il più grande ha 13 anni, sono stati riaffidati alle rispettive famiglie nel campo rom della periferia sud di Milano, dove vivono insieme ad altre famiglie in condizioni precarie, tra roulotte e camper di vario stato di conservazione, rottami, pattume e vegetazione incolta.
Nel campo, una decina di bambini e ragazzini più piccoli urlano e lanciano pietre ai curiosi che si avvicinano, mentre le madri si prendono cura dei più piccoli. La madre dell’undicenne racconta di vivere lì da sette-otto mesi, spostandosi spesso da Roma e Bologna: «Al campo, oltre ai bambini, siamo tutte donne. I mariti, anche il mio, sono tutti in galera per vecchi reati».
Nonostante il dolore, la donna cerca di tornare alla quotidianità: dà da mangiare alla più piccola, si preoccupa del figlio e dei bambini affidati a lei, mentre le autorità continuano gli accertamenti sul tragico incidente. «Quello che hanno fatto… sono bambini, non adulti, che capiscono», ripete, in un misto di incredulità e angoscia, sottolineando quanto difficile sia comprendere le azioni dei figli in circostanze così drammatiche.
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