
Scemano una ad una, inesorabilmente una dopo l’altra, le bufale che i no-vax sammarinesi diffusero freneticamente dalle loro bacheche social. …E, in taluni casi, più sporadici, continuano a diffondere tuttora. Prima fra tutte la “carneficina” di morti improvvise fra gli under 55 che starebbe decimando la popolazione vaccinata!
Se quest’ultima stupidaggine ancora circolante è stata sbugiardata già tempo fa dai dati Istat sulla mortalità (dati sulla popolazione italiana, dove 60milioni di individui rappresentano una base statistica solida) del 2023 raffrontata a quella del 2019 (periodo pre-Covid, dove nessuno era vaccinato né con Astrazeneca, né con Sputnik e così via), scopriamo che le mortalità nelle fasce di età 20-55 anni, non solo non hanno registrato una crescita, ma sono addirittura diminuite quando gran parte della popolazione era pluri-vaccinata contro il Covid.
Addirittura, nella fascia di età 45-49 anni i morti del 2023 sono stati di circa il 20% in meno rispetto al 2019. Se si fa eccezione per la fascia 35-39 anni -dove i dati di 2019 e 2023 più o meno si sovrappongono- dai ventenni a sessantenni il calo di mortalità è in percentuali importanti.
Così, se con il passare del tempo ogni “certezza” no-vax o complottista sammarinese -e non solo- veniva sbugiardata da fatti e dati concreti ed autorevoli, restava un mantra su cui aleggiava ancora una incertezza: le misure che il governo sammarinese varò per contenere la diffusione del virus e che si abbatterono sui non vaccinati sia nella vita di tutti i giorni che sulla loro attività lavorativa, violavano davvero i diritti base dell’individuo?
No! Non li violavano! Perchè il diritto-dovere prevalente è, deve essere la tutela della salute pubblica. Ma non solo: ora c’è il sigillo di legalità, di conformità rispetto le disposizioni e i princìpi sanciti nella Carta dei Diritti Umani anche per tutte le misure adottate nel periodo pandemico dal governo sammarinese, la cui azione si è rivelata all’esame giudico giustificata, proporzionata e non lesiva dei diritti fondamentali dell’individuo.
E’ questo, infatti, al di là delle diverse conclusioni prettamente giuridiche, il senso della sentenza che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso poche ore fa relativamente al ricorso rubricato come “Pasquinelli e Altri contro San Marino” (leggi qui la sentenza completa in italiano).
Tutto ebbe inizio un paio di anni fa, quando 26 operatori della sanità sammarinese, sospesi dal lavoro perchè non vaccinati, si avvalsero dell’assistenza legale dell’Avv. Francesca Maria Bacciocchi per produrre un ricorso alla Cedu, denunciando una presunta discriminazione e un non rispetto dei loro diritti.
Tutto, e mi riferisco alle polemiche mai archiviate relativamente alla vaccinazione e alle misure ad esse connesse, ha -bufale, complottismi e “piagnistei” vari- fine oggi! Finalmente. Una fine che dovrà indurre i responsabili di Salute Attiva -associazione attivissima contro i vaccini e le decisioni di allora del governo sammarinese- a fare un profondo esame di coscienza visti gli allarmismi infondati che -a mio parere- hanno contribuito fortemente ad alimentare sul Titano.
Ma così non sarà visto che pochi giorni fa l’ex Presidente della stessa Associazione, Carlo Boffa -dimessosi dall’incarico per scendere in politica nelle fila di Demos dove oggi è coordinatore, partito poi incapace di raggiungere il quorum per avere una rappresentanza parlamentare- ha puntato l’indice contro “forze oscure che aleggiano nel Paese”, le quali non avrebbero permesso a Demos di superare lo sbarramento. “Abbiamo subito fuoco amico -ha testualmente dichiarato- infiltrazioni e poteri occulti, già conosciuti nel paese ma opportunamente ignorati, i quali hanno voluto scongiurare la nostra presenza in Consiglio”. Sarà “colpa” delle stesse forze occulte anche la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che va a smentire i punti fermi dei No-Vax che han trovato casa in Salute Attiva?
Torniamo alle cose secondo me più serie… All’attualità rappresentata dall’importante e attesa sentenza Cedu sul caso “Pasquinelli & C.”, scendendo un po’ nel merito della stessa.
Il primo elemento che mi è balzato all’occhio leggendola è l’inusuale -per quell’organismo e le sue sentenze- tono “piccante”, pungente utilizzato come per dare una sonora lezione ai ricorrenti che si sono visti giudicare non ammissibile ogni eccezione tranne la denuncia della violazione dell’art.8 che sancisce come “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”, specificando però, al comma 2, che “non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute e della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui”.
Questa è stata giudicata ammissibile ma poi è stata rigettata nel merito. Dunque, per i ricorrenti è stata una vera debacle su tutti i fronti. Una debacle che, poi, va ad abbattersi sull’intero movimento no-vax sammarinese e sulle loro “certezze”.
Nel merito, la Corte ha sottolineato che la legge sammarinese non ha mai reso la vaccinazione obbligatoria per il personale sanitario, ma ha inteso incentivare fortemente la vaccinazione attraverso misure che, comunque, non potevano essere considerate coercitive o lesive dei diritti umani.
Dunque, la sentenza sancisce con l’autorevolezza dell’organismo che l’ha emanata, che le misure adottate da San Marino e finalizzate al contenimento della diffusione della pandemia, sono sempre state proporzionate e giustificate dalla necessità di proteggere la salute pubblica. Sottolineando, al contempo -e questo si radicherà come principio giuridico- che in ogni situazione di pandemia globale, i governi hanno il diritto-dovere di adottare politiche volte a prevenire la diffusione del virus, soprattutto in contesti professionali ad alto rischio come è quello sanitario.
La discriminante nella decisione dei giudici, fra cui il sammarinese Gilberto Felici (singolare che un giudice sammarinese debba giudicare una “causa” contro il suo Paese, ma questa è una considerazione personale avulsa dal caso specifico), sembra essere stata la verifica che le misure contestate non imponevano sanzioni automatiche o disciplinari ai non vaccinati, ma prevedevano una gestione caso per caso, con possibilità di riorganizzazione delle mansioni e, solo come ultima possibilità, la sospensione temporanea dal lavoro. In pratica, la Corte ha respinto l’idea che queste misure definite “discriminatorie” e “punitive” dai no-vax siano andate a costituire una “sanzione nascosta”, ritenendole, invece, misure legittime finalizzate a tutelare la collettività.
La sentenza della Corte Europea, così, per certi versi “tira le orecchie” ai No-Vax inviando loro un messaggio quanto mai chiaro: in circostanze eccezionali come una pandemia, la protezione della salute pubblica può giustificare restrizioni alle libertà individuali, specialmente quando si tratta di personale sanitario responsabile della cura delle persone più vulnerabili; al contempo mandando a dire” ai No-Vax sammarinesi che San Marino, agendo nel rispetto della proporzionalità e della necessità, non ha violato alcun diritto umano, ma ha legittimamente esercitato la sua autorità per proteggere la salute di tutti i suoi cittadini.
Enrico Lazzari