Vika era una ragazza di 27, giornalista, ucraina.
Catturata in casa sua, dai russi, in territorio ucraino, mentre faceva il suo lavoro di inviata di guerra, ma non inviata nel mondo, dove succedono le guerre, no, inviata di guerra a casa sua, dove la guerra era arrivata con i russi.
E’ come una giornalista italiana di Milano, per dire, catturata a Verona, dall’esercito nazista.
Per dire meglio.
I nazisti ti portavano in un lager, ben organizzato, se ti andava bene la pelle finiva per aderire all’osso, gli occhi si sporgevano dalle orbite, i capelli rasi che però potevano tornare a crescere, il cervello viveva il tormento atroce del dolore e dell’orrore. Alcuni riuscirono a tornare a casa, alcuni “nel vento”, come cantavano i Nomadi.
Vika non ha avuto questa fortuna.
Perché i russi di Putin non sono come i nazisti di Hitler, continuano a dire molti colleghi italiani di Vika, nei nostri Talk.
I Talk italiani, alcuni, che stanno alla tragedia ucraina, come le case delle bambole, dietro le mura dei lager. Non vedono al di là del muro e se vedono fanno finta di non vedere.
Vika questa fortuna non l’ha avuta. Dicevo.
Vika è stata presa, gli hanno spezzato il collo, dopo le torture, come vediamo nei film, con stracci acqua e fili elettrici, ridotta a 30 kili, sino all’impazzimento. Come raccontano le compagne di cella.
Le era stato detto di non andare, ma lei ci era andata perché “non ci andava nessuno”, disse.
Per raccontarci poi col suo corpo,restituito per uno scambio, le differenze fra Hitler e Putin.
Da morta le hanno asportato quel cervello che era impazzito, quegli occhi che erano fuori dalle orbite, gli organi genitali.
Per riconsegnare 30 kili meno il cervello per pensare, gli occhi per vedere, gli organi per generare.
E’ stato il messaggio, sfrontato, di “pace” di Putin, mentre Trump accusava Zelensky di non volerla, la pace( tutto miniscolo…), mentre un Papa moriva senza pace, mentre i missili continuano ad entrare a Kiev.
Pensavo di aver visto tutto, pensavo all’abisso di Bucha, pensavo ai talk italiani che invitano i giornalisti russi per negare Bucha, pensavo alle decine di migliaia di bambini ucraini strappati alle mamme per farli diventare russi in odio alle mamme. Pensavo il peggio.
Poi è arrivata Vika.
E penso ai Santoro, ai Travaglio, agli Orsini.
Alla guerra della NATO…
Alla Russia circondata…
Alla “pace” che corrisponde alla resa e alla umiliazione dei genitori di Vika e delle mamme dei bambini vestiti di russo.
Penso ai Salvini, ai Conte e ai Fratoianni e ai Bonelli, e alle Schein anche, che non vogliono dare le armi ai fratelli di Vika per difendersi.
Non vogliono, mentre vanno nella piazza del
25 Aprile per difendere la guerra partigiana( giusta!) che non si è fatta però certo con i fiori.
Non vogliono, mentre oggi scenderanno nelle piazze del 1Maggio( giusto!) per sventolare, anche, le bandiere della pace di Putin e, alcuni, anche di Hamas.
Indegno.
Pazzesco come, in Italia molto più che altrove, L’antifascismo possa non vedere il fascismo.
Lo vedono ovunque salvo dove vive davvero.
Non lo vedono. Vedono la pace della diplomazia disarmata sino alla resa e alla sottomissione, col dittatore fascista. Nazista.
E il 65 per cento degli italiani è d’accordo.
Siamo quasi alle percentuali della infatuazione collettiva per Mussolini.

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