Moto Gp. Dopo lo straordinario secondo posto il traguardo finale

valentino rossiPRIMO o poi doveva accadere. Era solo questione di tempo. E il tempo è arrivato dall’altra parte del mondo. Giappone, Motegi, la pista che, almeno sulla carta, avrebbe potuto rimettere in discussione tutto e riavvicinare Lorenzo a Rossi nel duello tutto Yamaha per il titolo. E invece in bilico sembra esserci la lucidità e la serenità di Jorge. Ferito nell’orgoglio. L’umore piombato nel buio pesto. Perché la gara sembrava già scritta dalla pole e dai primi giri con la fuga del maiorchino sul bagnato, più preoccupato a tenere lontano il suono del motore della M1 di Vale che a non strapazzare le gomme. Poi il colpo di sfortuna. Almeno così se l’è venduta Lorenzo. La pista lentamente s’asciuga e il gp prende tutta un’altra piega. Rossi ne approfitta e mette la freccia su Jorge. «Mi ha aiutato Dani, non solo per la sua scia ma anche perché ho potuto vedere le sue traiettorie – ammette Rossi –. Non so se senza di lui avrei potuto riprendere Jorge, sapevo che usare Pedrosa sarebbe stata la mia unica possibilità«.
Ha scelto la strategia giusta. Ecco perché «mi sembra irrispettoso nei miei confronti dare la colpa alla sorte – le prime scintille dentro al box –. Anche io potrei trovare delle scuse ogni volta che gli arrivo dietro, almeno venti per volta». Stavolta, invece, gli ha messo le ruote davanti. Pneumatici meno rovinati: «Potrei dire di essere stato più intelligente, ma facciamo che sono stato più fortunato», la butta sul ridere Vale. Poi la chiude lì. E si gode i quattro punti in più in classifica.
ORA JORGE è a -18 e anche se vincesse le tre ultime gare, Rossi potrebbe accontentarsi del posto d’onore. Ma «è quasi impossibile che lui faccia sempre 1° e io arrivi sempre alle sue spalle – la prospettiva del Dottore –. Saranno tre piste completamente diverse, dove le Honda sono comunque molto forti». Calcoli? «Non ne ho mai fatti tanti perché al 99% non tornano mai. Meglio pensare gara per gara». E comunque mettersi in moto senza l’ansia di dover battere a tutti i costi Lorenzo toglie una bella fetta di stress anche perché «ci sono giornate in cui è molto difficile farlo».
Dalla parte di Vale ci sono i prossimi due appuntamenti: «Phillip Island e Sepang sono fra le mie preferite e sarebbe bello stargli davanti – ci spera –. A Valencia, invece, potrebbe succedere di tutto, in passato era una delle piste peggiori per me anche se lo scorso anno sono partito in pole e poi ho chiuso secondo». Certo che «ci proverò a chiudere i conti per il Mondiale prima della Spagna».
LA REPLICA a distanza di Lorenzo non tarda ad arrivare: «Volevo perdere meno punti possibili, ora l’unico obiettivo è quello di vincere tutte e tre le gare». Jorge si carica così per non cuocere nella delusione e nella rabbia. E perché «al titolo voglio credere fino alla fine». Poi, chissà, «magari le Honda e le Ducati mi aiuteranno. Non sarà facile ma nemmeno impossibile. L’ho già fatto due anni fa». E’ tutto nelle sue mani. E cova la rivincita già in Australia domenica prossima: «E’ una pista con condizioni molto particolari, vento e freddo. Magari la fortuna cambierà lì».

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