Durante la tappa marchigiana di Goletta Verde a Civitanova Marche, Legambiente ha sollevato preoccupazioni riguardo all’apparizione di estese chiazze di mucillagini nel mare Adriatico. Questo fenomeno, reso evidente dalle macchie verde-marrone visibili lungo il litorale, è attribuito all’eccesso di nutrienti come azoto e fosforo, che provengono principalmente dall’agricoltura e dagli allevamenti intensivi nel Nord Italia.
Le mucillagini sono prodotte da microalghe che proliferano grazie all’elevata disponibilità di nutrienti nei fondali marini. Secondo Legambiente, l’uso eccessivo di fertilizzanti minerali e lo sversamento di liquami zootecnici nei campi sono le principali cause di questo fenomeno.
Stefano Raimondi, responsabile biodiversità di Legambiente, ha spiegato che le recenti forti piogge hanno amplificato il problema, trasportando azoto e fosforo dalle terre agricole al mare attraverso il bacino del fiume Po.
Sebbene le mucillagini non rappresentino un pericolo immediato per la salute pubblica, il loro incremento rappresenta un segnale allarmante della salute dell’ecosistema marino.
Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche, ha sottolineato che la mancanza di aree marine protette contribuisce a questa situazione, evidenziando che, da vent’anni, si attende la creazione di aree protette nel Piceno e nel Conero. Ciarulli ha criticato l’inerzia nel completare i processi per l’istituzione delle aree marine protette nelle Marche, argomentando che il mancato avanzamento di questi progetti rappresenta un tema quasi tabù. Durante l’incontro pubblico “Marche: un tesoro da salvaguardare”, ha invitato i sindaci dei comuni coinvolti a spiegare il motivo di tale stagnazione, sollecitando un confronto pubblico aperto sulla questione.
Legambiente chiede azioni concrete per ridurre l’uso di fertilizzanti e migliorare la gestione dei rifiuti agricoli. Inoltre, l’organizzazione invita a proteggere e valorizzare la biodiversità costiera attraverso la creazione e gestione efficace delle aree marine protette. La partecipazione attiva delle comunità locali e delle istituzioni è essenziale per mitigare l’impatto ambientale e garantire la salute del mare Adriatico.