‘Ndrangheta e rifiuti, 38 indagati, anche corruzione elettorale

(ANSA) – FIRENZE, 24 NOV – Contiguità tra imprenditori in
Toscana e ‘ndrangheta, una nuova accusa di corruzione elettorale
(in Regione) e altri indagati per un totale di 38 persone. Così
due avvisi di conclusione indagini della maxi-inchiesta sugli
smaltimenti dei rifiuti speciali delle concerie (keu), atti
notificati dalla Dda Firenze. Il primo filone ha 26 indagati tra
politici, dirigenti pubblici e imprenditori legati questi al
clan Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Il secondo ha 12
indagati; oltre a membri dei Gallace, imprenditori, un
dipendente regionale e il consigliere regionale Pieroni (Pd) che
si prodigò per far approvare un emendamento. Nel filone coi 26
indagati la Dda di Firenze contesta, a vario titolo, i reati di
associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti e
inquinamento, corruzione in materia elettorale e di indebita
erogazione di fondi pubblici ai danni della pubblica
amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte
degli organi amministrativi e giudiziari. Il secondo filone di
12 indagati verte su reati su gestione dei rifiuti, dei reflui e
dei fanghi industriali prodotti dal distretto conciario tra le
province di Firenze e Pisa. I reati contestati, sempre a vario
titolo, sono estorsione, illecita concorrenza con minaccia e
violenza aggravati dal metodo mafioso. Emerge tra le
contestazioni un episodio di corruzione elettorale per Andrea
Pieroni, consigliere regionale del Pd, espressione del
territorio di Pisa. La Dda lo accusa perché, per ottenere
sostegno alle Regionali 2020 dai vertici dell’Associazione
conciatori di Santa Croce sull’Arno (Pisa) si sarebbe impegnato
a far approvare in Regione Toscana un emendamento per sottrarre
il consorzio Aquarno all’obbligo di sottoporsi alla procedura di
Autorizzazione integrata ambientale. Così poi fece secondo gli
inquirenti che vi ravvisano una condotta penale nei termini
della corruzione elettorale. (ANSA).
   


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