“Non è possibile”. L’ira di Cingolani sul prezzo del gas

Parla di “grande speculazione” e punta il dito contro “alcuni hub” di scambio. L’ira del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, risuona al Senato ed è tutta rivolta all’aumento vertiginoso del prezzo del gas. Un’escalation che l’esponente di governo ritiene inaccettabile, non giustificata, anche perché si abbatte a cascata su un’intera filiera. E, alla fine, colpisce soprattutto l’anello più debole: i cittadini. Lo sfogo del ministro sul tema di strettissima attualità è arrivato stamani nel corso dell’informativa tenuta nell’aula di palazzo Madama proprio sulla situazione del mercato energetico, sui rincari dei costi e sulle misure del governo per contrastarne gli effetti.

Soffermandosi in particolare sul prezzo del gas schizzato alle stelle, Cingolani ha affermato: “A marzo del 2022 ci siamo attestati a un prezzo medio di 1,5 euro per metro cubo. Se dovessi stoccare 10 mld di metri cubi, mi servirebbero 15 mld di euro. Un anno fa il costo era di 30 centesimi al metro cubo. Non ho nessuna intenzione di sollevare problemi senza proporre soluzioni però siccome la quantità di gas è uguale non è giustificato che il prezzo mi vada da 30 centesimi a 1,5 euro“. Calcolatrice alla mano, il gas attualmente costa cinque volte in più rispetto al 2021. Da qui, la rabbia dell’esponente di governo. “A parità di tutto non è giustificato che lo stoccaggio, da 3 miliardi di anticipo, arrivi a 15 miliardi: questa è stata la mia affermazione un po’ dura, forse non mi sono espresso con termini giuridicamente corretti, ma non è possibile che mi costi cinque volte di più se la materia è la stessa“.

Per il ministro l’aumento sproporzionato e “inaccettabile” del prezzo del gas è attribuibile “alla quotazione di mercato di questi hub che lavorano su scambio di contratti future che sta mettendo in ginocchio tutti i paesi europei“. Queste condizioni, ha denunciato il capo del dicastero sulla transizione ecologica, “mettono in difficoltà le centrali elettriche e le raffinerie che faticano a produrre a prezzi normali“. Al contempo, Cingolani è tornato ad auspicare un tetto europeo per il prezzo del gas. “Sarebbe una grande notizia un price cap a livello europeo temporaneo sulle transazioni di gas naturale all’ingrosso e il disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell’energia prodotta da tecnologie rinnovabili elettriche rispetto a quelli del parco termoelettrico, mediante opportuna revisione delle regole di market design“, ha dichiarato durante l’informativa in Senato.

Il tema del tetto ai prezzi del gas, del resto, è sul tavolo del governo. E, a quanto si apprende, a farsene carico sarà lo stesso premier Mario Draghi. “Nei prossimi giorni Draghi vedrà importanti capi di governo e l’Italia chiederà un tetto massimo al prezzo del gas perché i cittadini stanno pagando in bolletta i costi della guerra di Putin“, ha affermato stamani il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo a L’Aria che tira, La7.


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