Nuove frontiere del pericolo su internet: analisi e criticità per la protezione dei minori (di David Oddone)

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto del “Privacy Day”, giornata di approfondimento organizzata dall’Autorità Garante per i dati personali della Repubblica di San Marino.

Nello stesso momento, in Italia, nel contesto del “Safer Internet Day”, gli esperti della Polizia postale e delle Comunicazioni hanno diffuso dati preoccupanti che mettono in luce l’aumento dei rischi legati al cyberbullismo, alla dipendenza online e all’adescamento sui social network. Tali fenomeni, che coinvolgono sempre più bambini e ragazzi, rappresentano una sfida complessa e in continua evoluzione per la sicurezza delle giovani generazioni.

 

Adescamenti sessuali e cyberbullismo

Il report della Polizia postale per il Safer Internet Day evidenzia come i pericoli online non si limitino più solo agli adescamenti sessuali e al cyberbullismo. Si registrano crescenti preoccupazioni riguardo agli spazi web che promuovono disturbi alimentari come anoressia e bulimia, con un aumento delle vittime sempre più giovani.

L’avvento dell’intelligenza artificiale aggiunge ulteriori complicazioni al panorama del rischio online per i bambini e i ragazzi. Con sempre più giovani abituati a interagire con assistenti virtuali e a utilizzare tecnologie avanzate fin dalla più tenera età, sorgono nuove possibilità di sfruttamento da parte di criminali che potrebbero manipolare voci e volti familiari grazie all’IA.

Le principali minacce online per i minori includono la pedopornografia, l’adescamento, il cyberbullismo e altri rischi correlati. Negli ultimi dieci anni, il numero di denunce riguardanti aggressioni online ai danni di minori è aumentato in modo significativo, evidenziando la complessità e l’urgenza di affrontare questo problema.

 

Pandemia e alfabetizzazione informatica

La pandemia ha accelerato il processo di alfabetizzazione informatica dei bambini e degli adolescenti, esponendoli a nuovi rischi e sfide online. L’uso diffuso di computer, smartphone e altri dispositivi tecnologici ha creato nuove opportunità per gli aggressori online, che sfruttano la familiarità dei giovani con i social network e i servizi online per avvicinarli e interagire con loro.

La Polizia postale si impegna attivamente nel contrastare lo sfruttamento sessuale online, monitorando costantemente la rete e identificando i soggetti coinvolti nel traffico di materiale pedopornografico. Tuttavia, il fenomeno è in continua espansione e richiede un impegno costante per proteggere i minori e perseguire i responsabili.

 

Pedopornografia e sextortion

Oltre ai tradizionali rischi legati alla pedopornografia e all’adescamento, emergono nuove minacce legate alle sfide online e all’uso irresponsabile delle tecnologie. Fenomeni come la sextortion e le social challenge mettono a rischio la sicurezza e il benessere dei giovani, richiedendo un intervento tempestivo e coordinato da parte delle autorità competenti.

A proposito di queste ultime, si tratta di sfide e prove di coraggio, che si diffondono tra i giovani attraverso la viralizzazione di video nei quali i ragazzi si sfidano a compiere azioni più o meno pericolose, allo scopo di crescere in popolarità sul web.

 

Social challenge: giochi mortali

Il “Black out game” è una delle declinazioni di questo fenomeno che è stata messa in connessione alla morte di alcuni giovani, in Italia e in altri paesi del mondo. Secondo questa pratica, i ragazzi

metterebbero in atto procedure, o si farebbero aiutare da coetanei, per indursi un progressivo stato di asfissia, vicino allo svenimento per sperimentare l’euforia conseguente al ripristino della respirazione normale, riprendendosi e caricando i video su circuiti di videosharing.

Si possono ancora annoverare fra le più “famose” challenge diffuse in rete, l’ingestione di tabs di

detersivo, il binge drinking (bere molto alcol in poco tempo sino a perdere il controllo), del knockout (colpire con un pugno uno sconosciuto senza motivo), del deodorant challenge (spruzzarsi il deodorante sino a produrre ustioni), la salt challenge (assumere grandi quantità di sale in tempi ristretti, col rischio di determinare squilibri a livello cerebrale e cardiaco), la fire challenge (cospargersi arti o parti del corpo con liquidi infiammabili, in prossimità di docce e rubinetti al fine di bloccare il fuoco in tempi brevi) etc. Non ultimo il rooftopping, una pratica che nelle ricerca della viralità induce giovani ad arrampicarsi su palazzi per immortalarsi in pose pericolose su palazzi pubblici o seduti su cornicioni alti di strutture pericolanti.

 

Poca conoscenza da parte dei genitori

Non possiamo che fare nostre le parole dell’avvocato Patrizia Gigante, membro dell’Autorità Garante sammarinese per la privacy, proprio in occasione dell’Internet Day: “Fino ad oggi probabilmente si è bypassato il problema reale. Gli smartphone e i dispositivi vanno a colmare dei vuoti. Bisogna capire dove ci sono carenze e dove c’è poca conoscenza da parte dei genitori. La scuola è fondamentale. Ci sono dei progetti molto belli già in corso e noi vorremmo inserirci in un quadro che è già bello complesso, su cui San Marino è in prima linea”.

Intanto il governo italiano sta attualmente valutando la possibilità di rafforzare le pene per i reati informatici attraverso il DDL cybersecurity. Tuttavia, è fondamentale non limitarsi alla sola repressione, ma anche investire risorse e conoscenze nella prevenzione e nella protezione dei minori online. Un monito che vale anche e soprattutto per la Repubblica di San Marino. Solo così è possibile garantire un ambiente sicuro e protetto per i più vulnerabili.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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