Il Gruppo di lavoro del Patto, che ha lavorato al nuovo Regolamento, ha esaurito la prima fase del confronto con le forze d’opposizione, e tira le somme. Composito il giudizio espresso in prima battuta dagli altri partiti, che hanno sottolineato la necessità della riforma, ma che hanno evidenziato l’opportunità di approfondire, discutere e magari rivedere, tutti insieme diversi aspetti per arrivare a una generale condivisione.
Il Gruppo di lavoro del Patto, dal canto suo, ha rimarcato che questo non è il regolamento della maggioranza, anche se è la maggioranza che ha presentato una propria proposta, la quale peraltro fa riferimento in larga parte ad un lavoro svolto nella legislatura precedente. Era un compito che la maggioranza doveva offrire al Consiglio Grande e Generale, raccogliendo molte indicazioni già emerse in passato, proponendo elementi nuovi. E così ha fatto.
Questo è un lavoro che viene proposto in maniera aperta ad ogni utile suggerimento, ricercando ampie convergenze.
Ecco alcuni dei passaggi salienti: abolizione delle commissioni consiliari permanenti; regolazione del comma comunicazioni; parificate interrogazioni e interpellanze, che hanno egualmente diritto di replica; riduzione dei tempi d’intervento per snellire e rendere più efficienti i lavori consiliari; estensione del voto palese obbligatorio; trasmissione integrale delle sedute e maggiore uso della comunicazione via web; nuovi meccanismi per le mozioni e per gli emendamenti, che devono essere presentati almeno 48 ore prima della discussione in aula, dando quindi la possibilità ai Consiglieri di studiarli; programmazione trimestrale obbligatoria, perché così ci si può regolare con altri impegni.
Invece di una mera enunciazione sui diritti, specialmente quelli delle opposizioni, il Patto ha preferito lavorare sugli strumenti, cogliendo le esigenze manifestate ormai da anni e razionalizzando lo svolgimento del lavoro del Consigliere, che non si limita solo alla sessione mensile, ma che deve essere opportunamente preparato e deve avere la giusta dignità.
Il Patto per San Marino ha riscontrato con dispiacere che tutto questo è passato in secondo piano rispetto alla tematica dell’adeguamento dei compensi, rimasti fermi al 1989, tra l’altro secondo una formulazione che crea numerose disparità. Tutte le forze politiche, nel corso degli anni hanno rimarcato la necessità di rivedere questo meccanismo, che rende difficoltoso per molti consiglieri svolgere il proprio ruolo con la dovuta preparazione, visto anche il dilatarsi degli impegni e l’aumento della loro complessità. Purtroppo alcune forze politiche non hanno resistito alla tentazione di fare facile demagogia, strumentalizzando proposte provvisorie ed aperte a modifiche, peraltro più moderate rispetto ad altre emerse in passato.
Patto per San Marino
Comunicato Stampa