Ok del Cav alla federazione: “Magari nascesse un partito unico..”

«Sono tornato in famiglia, sono emozionato e mi fa piacere vedervi tutti. Sono a disposizione». La sorpresa è stata grande per la squadra di governo, i dirigenti, i governatori di Forza Italia riuniti via zoom con Silvio Berlusconi per la prima volta dopo che il leader di Forza Italia ha ripreso l’attività politica. Non solo perché l’appuntamento è andato avanti da mezzogiorno alle due e mezza, tutto fuorché saluti formali via web dal leader risanato, ma anche per i contenuti politici decisamente forti della chiacchierata digitale. «Magari nascesse un partito unico del centrodestra» ha azzardato a un certo punto Berlusconi ipotizzando scenari futuri.

Al centro della discussione sia l’identità del partito, con il suo simbolo e i ricordi del 1994, che la volontà espressa di lavorare come mediatore e federatore del centrodestra in linea con Matteo Salvini. Molto, è stato osservato, dipende dalla legge elettorale. Una risposta positiva alla proposta lanciata sul Giornale da Salvini di avviare rapidamente (entro giugno) un lavoro di federazione dei gruppi parlamentari del centrodestra di maggioranza. A luglio inizia il semestre bianco, si va verso le elezioni del capo dello Stato, il governo avrà i suoi sussulti e fare massa critica (e numerica) serve per incidere sulle decisioni in arrivo. «Non sarà un’annessione ma collaborazione. Uniti si vince, per il bene dell’Italia e del governo Draghi» ha precisato ieri il segretario della Lega, per tentare di sedare le preoccupazioni degli azzurri che temono di scomparire sotto il logo Salvini premier.

Ma è stato prima di tutto un Berlusconi «in forma», secondo i racconti dei suoi video interlocutori, a sottolineare l’importanza della federazione, che il fondatore di Forza Italia vedrebbe anche allargata a Giorgia Meloni, senza escludere la sopravvivenza di Forza Italia come forza politica indipendente, «guida culturale del centrodestra, custode dei valori liberali, garantisti, cristiani, europeisti» (così ai suoi).

Il Cavaliere ha ribadito i punti del programma: credibilità di governo, riforma della giustizia, riforma fiscale, con tanto di raccolta di firme ai gazebo in tutte le regioni tra l’11 e il 13 giugno, difesa delle imprese colpite dalla pandemia. La campagna sulle tasse, tema forte rilanciato anche di recente dagli azzurri, è un delle questioni su cui ha chiesto al partito di insistere: richiama l’impegno delle origini e contribuisce a sedare l’ansia di chi tra gli scranni è terrorizzato dalla dissolvenza.

«Sì alla federazione» insomma, che non sarebbe una fusione. «Non siamo appiattiti sulla Lega. Valuteremo insieme tempi e modi» ha spiegato il Cavaliere, assicurando «un ampio dibattito interno», e nei molti interventi che sono seguiti Sestino Giacomoni ha chiesto una riunione dei coordinatori regionali «per valutare l’impatto sul territorio del progetto», altri hanno invocato un ufficio di presidenza o un congresso nazionale per discutere la linea politica, come il ministro Mara Carfagna. Berlusconi, che aveva aperto le danze, non ha raccolto la proposta del congresso nell’intervento di chiusura del lungo vertice.

I tempi a cui pensa Salvini sono stretti, anche perché qualche prima conseguenza si vedrà al banco di prova delle Amministrative. Il segretario della Lega ha chiamato il leader azzurro: «telefonata affettuosa, positiva, con lo sguardo rivolto al futuro» dicono fonti sia leghiste che di Forza Italia. «Magari in futuro nascesse un partito unico di centrodestra» ha anche detto Berlusconi.

Salvini ha poi preso il telefono per contattare i leader delle forze di maggioranza di centrodestra, da Udc a Nci. Dopo l’incontro di Draghi con Meloni, l’obiettivo dichiarato è «una casa comune in Parlamento per aiutare l’esecutivo a essere più efficace sui temi sentiti dalla coalizione». Un modo per insistere sul programma di centrodestra: aiuti a famiglie e imprese, riforme, taglio dalle tasse, infrastrutture, giustizia e sicurezza. Un po’ scettico Giovanni Toti che con Luigi Brugnaro punta a una leadership personale («la federazione esiste già»). Positivo Antonio Saccone per l’Udc: «Apprezziamo gli sforzi per costruire la famiglia popolare, liberale e cattolica». Molto favorevole Maurizio Lupi, NcI: «Siamo da sempre sostenitori dell’unità del centrodestra, nel rispetto delle diverse sensibilità e storie».


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