Un amore assoluto, totale, ingenuo. Un amore che Martina Carbonaro, 14 anni, aveva raccontato in una lettera struggente datata 1° marzo, indirizzata ad Alessio Tucci, il ragazzo di 19 anni che solo poche settimane dopo l’avrebbe uccisa.
Un testo scritto con il cuore, pieno di speranze e promesse, parole che oggi suonano come un grido nel vuoto. “Ti amerò anche quando nessuno dei due lo farà” scriveva Martina, sognando un futuro insieme all’unico ragazzo che, invece, l’ha strappata alla vita.
La lettera: parole d’amore diventate testamento
“Caro amore mio, lo so dico sempre le stesse cose ma sai che non sono brava con le parole, specialmente con te. Ma nel profondo del mio cuore sto cambiando per te, per essere una persona migliore che avrai accanto…” Inizia così la lettera che Martina scrisse a quello che considerava l’amore della sua vita. Sognava un futuro insieme, un matrimonio, dei figli, una vecchiaia mano nella mano. Un desiderio puro e semplice che non dovrebbe mai trasformarsi in tragedia. “Sei la persona che voglio sposare, sei la persona con cui voglio invecchiare. (…) Ti prometto che ti amerò anche quando saremo arrabbiati, confusi, delusi. Ti amerò sempre.”
Una dichiarazione d’amore che oggi diventa un atto di dolore collettivo, il simbolo straziante di una fiducia tradita, di una vita spezzata da chi avrebbe dovuto proteggerla.
Sui social, le immagini di un amore idealizzato
Sul profilo Facebook di Martina, le tracce di quel sentimento: foto, dediche, messaggi pubblici e privati per Alessio. Un amore che, come spesso accade, sembrava grande e romantico, ma che col tempo si era fatto tossico, oppressivo, violento.
Quando Martina ha deciso di mettere fine a quella relazione, Alessio non ha accettato. L’ha cercata, ossessionata, perseguitata. Fino all’epilogo più atroce: l’ha uccisa. Il corpo della 14enne è stato ritrovato in una zona isolata di Afragola. Una fine brutale che nessuna parola d’amore potrà mai giustificare.
Il bisogno di ascoltare, proteggere, educare
Il caso di Martina è l’ennesimo richiamo a una realtà che si consuma troppo spesso nel silenzio: l’amore, se fatto di controllo, gelosia, minacce, non è amore. È violenza. Martina aveva 14 anni. Scriveva lettere con l’innocenza di chi crede nei sogni, e non doveva morire per questo.
Oggi le sue parole sopravvivono a chi le ha scritte e parlano a tutti noi. Di quanto bisogno ci sia di educare all’amore sano, di ascoltare i segnali del disagio, di proteggere chi è vulnerabile.
Martina non potrà più crescere. Ma la sua lettera, quel suo sogno scritto a mano, è diventato il suo ultimo, silenzioso testamento.