Ospita un rifugiato in famiglia: ”ti diamo 500 euro al mese”

migranti1Una proposta per la città di Fermo, perché sia un luogo di accoglienza. Per la prima volta nelle Marche, la prima città in Italia a sperimentare un modello simile è Parma, l’appello è alle famiglie residenti nel territorio comunale, perché si rendano disponibili ad ospitare un rifugiato, con lo status di protezione già riconosciuto, per un periodo che va dai 6 ai 9 mesi. Chi apre le porte di casa, coppie sposate ma anche single o coppie di fatto, riceverà un contributo di 500 euro al mese per coprire le spese di vitto e alloggio, risorse che vengono erogate dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Il progetto si chiama ‘Era domani’ e rientra nei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che fanno capo al Ministero dell’Interno, sono 32 le persone che potranno essere ospitate, sono 18 ragazzi, 10 donne e due nuclei monoparentali, con i bambini piccoli. Nelle Marche è la prima volta che si chiede alle famiglie di farsi carico di un migrante, in Italia ci sono esperienze simili a Parma, appunto, a Torino, a Bologna, a Genova, a Milano, in tanti centri Caritas, ma mai si era arrivati ad un sostegno al reddito delle famiglie per 500 euro al mese, al massimo il contributo era di 350 euro per migrante. Ovviamente verranno valutate attentamente le motivazioni che porteranno alla scelta della famiglia che accoglie, così come verranno selezionati i migranti da accogliere, tutti con lo status di rifugiato o con la protezione già ottenuta, tutti con una prospettiva di studio o di lavoro, con una buona padronanza della lingua italiana. «Si tratta di un percorso di conquista dell’autonomia e della integrazione – spiega Alessandro Fulimeni, responsabile dello Sprar per la provincia di Fermo –, il progetto viene seguito dalla cooperativa Nuova ricerca Agenzia Res, con una equipe multidisciplinare che si occupa di tutti gli aspetti. C’è una prima fase di gestione che prevede l’accoglienza e la prima fase di mediazione linguistico culturale, la scolarizzazione, l’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo. Poi si procede con l’ingresso nelle famiglie, i servizi sociali del Comune si occuperanno di selezionare le situazioni migliori, le case che prevedono una certa autonomia della persona accolta, le realtà sociali più adatte». Il Resto del Carlino