Parole – Zero…….di Pippo Russo

Qual è la parola della settimana? Senza dubbio alcuno è ‘zero’. Che contrariamente all’opinione comune è il numero perfetto. Dove lo metti, sta. E lo sa bene Matteo Renzi, per il quale gli zeri sono come le bollicine del prosecco: più frizzano e meglio è. Potesse, ne aprirebbe una mescita. Nell’impossibilità, al momento si limita a declamarli. Come vivesse nel terrore d’ogni cifra tra l’uno e il nove. Sicché zerifica, piazzando il più tondo e armonioso dei numeri in coda a ogni performance prossima ventura della sua amministrazione.Talvolta è lo Zero Assoluto, come quando bisogna difendersi dall’assedio del metro cubo: zero volumi ulteriori, zero nuovi alberghi in centro. E lì il concetto è chiaro. Ci sono invece gli zeri che vengono fuori in serie dopo l’unità. Come nelle vecchie calcolatrici in cui esistevano i tasti per batterli a due o tre per volta. E a quel punto sembra d’assistere a un rito propiziatorio, come una danza apotropaica che attraverso l’evocazione del dio Zeroastro allontani le insidie del presente. E così è stato per l’Epoca delle Centinaia, cioè della misura di ‘uno più due zeri’. I 100 punti programmatici da realizzare in 100 giorni. O ancora, i 100 incontri in 100 luoghi. Tutto un centopercenteggiare che nel corso dei mesi ha esposto il sindaco alle facili ironie dei detrattori. I quali vedevano nella centesimalità il limite e l’orizzonte ultimo del renzismo, una specie di birignao che alla lunga non avrebbe impressionato più nessuno. E invece l’uomo, che se c’è da rilanciare non si tira certo indietro, li ha numerologicamente stupiti inventandosi un nuovo proclama sul completamento delle linee della tramvia: “O si fa entro mille giorni o nulla”. Ma come, così senza preavviso ci spara un mille! Cioè, dieci volte cento. O, se preferite, ‘uno più tre zeri’. Per di più contrapposto a nulla, cioè lo Zero Assoluto. E qual è la distanza tra mille e zero? Più o meno quella che passa tra cento e mille: uno zero in più, la misura del rilancio. E chissà se arriverà il giorno in cui vedremo circolare qualche bel numero dispari, o comunque diverso dalla cifra tonda. Un 16, o un 7, magari anche un decimale tipo 5,2. Purché corrispondano a cose concrete anziché a un’espressione della Mistica dello Zero Seriale. E badate bene, si tratta di un augurio che indirizziamo a Matteo Renzi e alla città. Quello di fare le cose una a una, approdando agli zeri delle decine e delle centinaia senza farne un feticcio. Perché altrimenti il rischio è quello di non poter più rilanciare e esser costretti a ripiegare. In difesa dello zero a zero.

Pippo Russo – La Repubblica Firenze