Pd, Bonaccini a Schlein: o si tratta o pronti alla conta

Nella partita a scacchi sulla quadra del Pd, Elly Schlein e Stefano Bonaccini sono gli sfidanti che preparano le mosse. E anche le contromosse. La prima spetta al presidente: domani riunisce in streaming i parlamentari che lo hanno sostenuto al congresso. Il principale nodo da sciogliere è quello dei capigruppo. Bonaccini e i suoi non digeriscono la strategia della segretaria: “E’ inaccettabile – dicono – che li voglia entrambi e per giunta si presenti con due nomi secchi”, Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera, “senza trattativa: prendere o lasciare”. Se questo è l’atteggiamento, dirà Bonaccini, la gestione unitaria non ci può essere: martedì, quindi, quando senatori e deputati dovranno eleggere i capigruppo, si andrà alla conta. E in quel caso, ricordano i sostenitori del governatore, Schlein dovrà fare i conti col fatto che al congresso la maggioranza dei parlamentari stava con Bonaccini. La rottura avrebbe conseguenze anche sulla segreteria, con la scelta dell’area Bonaccini di non entrare nella squadra di Schlein. Se invece il confronto venisse aperto, il ventaglio degli esiti possibili è ampio: ma il punto di partenza resta la richiesta del governatore di un capogruppo espressione della sua squadra. In giornata, in Transatlantico c’è anche chi ha ventilato la possibilità di lasciare i capigruppo a Schlein, ma con una trattativa sui nomi. Una mini apertura che col proseguo delle ore ha perso consistenza. La riunione di domani servirà anche a mettere sul tavolo – e a cercare di lenire – i mal di pancia che da qualche giorno si stanno manifestando all’interno dell’area di Bonaccini. Una parte dei suoi sostenitori ha sollevato critiche non solo nei confronti del modo con cui Schlein sta procedendo sui capigruppo, ma anche sull’atteggiamento – giudicato non abbastanza deciso – con cui lo stesso Bonaccini ha portato avanti le trattative. La segretaria è reduce dal viaggio a Bruxelles, dove ha incontrato i vertici dei partiti socialisti europei: “Si è registrata una gigantesca apertura di credito verso Elly Schlein e verso il Pd – ha riconosciuto la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno (Pd), che ha corso in tandem con Bonaccini al congresso – Si tratta di un fatto non banale, che dimostra come il Pd sia al centro dello scenario europeo”. Lunedì Schlein riunirà deputati e senatori per il primo confronto con loro da segretaria, alla vigilia del voto sui capigruppo. “Il suo è un atteggiamento inclusivo – spiegava un parlamentare vicino alla segretaria – di disponibilità a discutere di tutto. Immagino che la segretaria farà le sue proposte e terrà conto di una visione unitaria”.
    L’impressione, però, è che non intenda fare passi indietro dall’indicazione di Boccia e Braga come capigruppo: la scelta di due fedeli sarebbe funzionale anche a rassicurarla sul massimo allineamento fra la sua azione da segretaria e quella del partito con gli atti in Parlamento. Fra i sostenitori di Schlein, non sembra esserci nemmeno troppa preoccupazione per un eventuale conta sui capigruppo, martedì: i numeri sono in evoluzione, l’esito del congresso – è la riflessione – porta sempre a un fisiologico riequilibrio fra vincitore e sconfitto.


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