«DOPO quello che è successo a Soanne di Pennabilli, con la morte di una donna, mentre un camion della raccolta rifiuti faceva retromarcia, oggi siamo qui a protestare la mancanza delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro, per la categoria dei netturbini». A parlare, sono una sessantina di lavoratori delle cooperative sociali che operano in appalto a Hera. «Dal 2013 chiediamo una risposta dalla Medicina del lavoro di Rimini, dal Ministero del Lavoro e dal Dipartimento territoriale del lavoro – dicono i lavoratori – Abbiamo fatto anche una raccolta firme, ma nessuno ci ha ancora dato una risposta e ha accolto le nostre richieste. Siamo stanchi di lavorare in continua violazione delle norme previste dalla legge nazionale. Denunciamo il mancato rispetto delle ore contrattuali di lavoro, pesanti carichi, tanti straordinari e poca turnazione. Per non parlare delle sedi dove si accoglie il personale, che a volte sono fatiscenti e troppo piccole, con servizi igenici carenti. Citiamo anche i mezzi, adibiti alle raccolta dei rifiuti, che dobbiamo guidare e manovrare in costante sovraccarico». I lavoratori prendono ad esempio anche il caso pennese. «Un camion di quella portata – affermano i netturbini in protesta – deve essere manovrato da un autista, aiutato da due addetti. In quel caso l’operaio era solo. Qualcuno accolga la nostra denuncia».
Resto del Carlino