Pesaro, “Affidopoli”: Matteo Ricci ottiene il “via libera” politico da Conte e M5S alla candidatura per le Regionali marchigiane, ma resta impigliato nell’inchiesta

Il sostegno politico è arrivato, ma le ombre giudiziarie restano. Ieri, giovedì 31 luglio, Giuseppe Conte ha sciolto ogni dubbio e confermato il via libera del Movimento 5 Stelle alla candidatura di Matteo Ricci per la presidenza della Regione Marche. Una decisione arrivata dopo l’interrogatorio dell’eurodeputato nella caserma della Guardia di Finanza, che però non basta, al momento, a liberarlo dal peso dell’inchiesta in corso.

Conte ha scelto di esporsi pubblicamente, dichiarando di non vedere motivi per chiedere un passo indietro a Ricci. Per l’ex presidente del Consiglio, imporre un ritiro sulla base di un’indagine ancora in corso costituirebbe un pericoloso precedente. Il leader pentastellato ha valorizzato la scelta del candidato di non avvalersi della facoltà di non rispondere, interpretandola come segno di trasparenza e responsabilità.

Ricci, dal canto suo, ha ribadito con decisione la propria innocenza e ha parlato di un “contributo ulteriore” fornito ai magistrati per favorire l’accertamento della verità. Una formula misurata e calibrata, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe riferirsi all’invio di una chat, consegnata successivamente all’inizio dell’inchiesta giornalistica. Un elemento che, se confermato, potrebbe rafforzare la sua posizione, ma che da solo non basterebbe a dissipare i dubbi degli inquirenti.

Il cuore dell’indagine ruota attorno a un presunto sistema di affidamenti diretti a favore delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare. I protagonisti, finora, sono tre: Matteo Ricci, Massimiliano Santini e Stefano Esposto. Solo il primo ha scelto di parlare. Gli altri due, pur coinvolti allo stesso titolo nell’imputazione provvisoria, hanno adottato strategie difensive opposte: Santini, figura centrale nell’organizzazione di eventi pubblici, ha preferito il silenzio, dichiarando solo all’esterno che parlerà “al momento opportuno”. Esposto, presidente di Opera Maestra, si è trincerato dietro il proprio avvocato, che ha evitato ogni commento su eventuali pressioni ricevute.

Con tre nomi, tre approcci diversi e una sola voce – quella di Ricci – il quadro resta incompleto. L’inchiesta prosegue e l’archiviazione prima delle elezioni, prevista per il prossimo autunno, appare oggi poco probabile. Intanto, il centrosinistra va avanti con la propria campagna, forte del rilancio arrivato anche dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che ha sottolineato la necessità di unire le forze per conquistare le Marche.

Ma la vera partita, quella giudiziaria, è ancora tutta da giocare. E finché resteranno due bocche cucite e un’indagine aperta, ogni certezza sarà solo apparente.