Pesaro, inchiesta Affidopoli che coinvolge il candidato di Pd e M5S alla Presidenza della Regione Marche: Santini sceglie il silenzio davanti ai pm. Mercoledì tocca a Ricci

Nessuna parola, nessuna spiegazione, nessuna difesa. Massimiliano Santini, figura centrale dell’inchiesta battezzata “Affidopoli”, ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati. L’interrogatorio, attesissimo da settimane, si è risolto in appena mezz’ora e con un nulla di fatto sul piano investigativo.

Il Tribunale di Pesaro

L’uomo, considerato dagli inquirenti il vero regista del presunto meccanismo di affidamenti pilotati e contributi fuori norma, si è presentato ieri mattina alle 10 in Procura, accompagnato dalla sua legale, l’avvocata Paola Righetti. Ad attenderlo c’erano i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, affiancati dagli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza.

L’incontro si è concluso rapidamente: Santini ha scelto la via del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Una linea che ricalca quella già adottata sabato scorso da Stefano Esposto, presidente delle associazioni “Opera Maestra” e “Stella Polare”, anch’egli sotto accusa per aver tratto benefici economici dal presunto sistema.

Nei documenti dell’indagine Santini compare ai primi posti. Figura come organizzatore di eventi all’interno dello staff dell’allora sindaco Matteo Ricci, incaricato secondo l’articolo 90 del Tuel, ma per la Procura avrebbe avuto un ruolo ben più ampio: ideatore di progetti, selezionatore di persone, regista di finanziamenti e nomine. Secondo l’ipotesi accusatoria, Santini avrebbe saputo muoversi con abilità tra le maglie della macchina amministrativa, al punto da influenzare direttamente dinamiche e decisioni.

Un altro nome chiave è quello di Matteo Ricci, oggi europarlamentare e candidato alla presidenza della Regione. Anche lui figura nell’elenco degli indagati. Per i magistrati non avrebbe intascato denaro, ma avrebbe goduto di un ritorno politico e mediatico grazie ad eventi e iniziative che, secondo l’accusa, sarebbero stati organizzati al di fuori delle regole sugli affidamenti.

Toccherà proprio a Ricci presentarsi in Procura dopodomani, mercoledì 30 luglio, per un interrogatorio che potrebbe rappresentare uno snodo decisivo nell’intera inchiesta.