PESSIMO QUEL CITTADINO di Giorgio Felici

Come ognuno può costatare la bagarre che si è scatenata in vista della necessità di
formare il nuovo Governo non trascura nessun argomento o aspetto a sostegno delle varie tesi a confronto.
Non è mia intenzione a questo punto ricercare la fondatezza di una proposta piuttosto che un’altra, bens……ì di criticare aspramente i metodi scelti da alcuno per avvantaggiare la propria tesi e sostanzialmente il proprio proposito, che, alla fine, è quello di inserirsi dalla parte della maggioranza governativa.
Voglio sottolineare che alcuno ha raggiunto nella forma aspetti assolutamente dannosi al Paese, a prescindere dalla validità della propria tesi e quindi denunciando chiaramente che l’intenzione assolutamente prevalente, forse unica, è quella di raggiungere il risultato appena sopra ricordato.
Costoro hanno scatenato con insistenza e senza limiti nella denuncia una vera e propria campagna che li ha condotti a denunciare in termini privi di qualunque carità di patria mancanze, difetti, anche illegalità ed imbrogli che avvengono nel nostro Paese con la tacita e manifesta partecipazione di organismi e autorità istituzionali. In tale azione si sono direttamente collegati con organismi di stampa estera, con personaggi politici italiani, arrivando ad invocare anche il loro intervento per sistemare le cose all’interno del Paese.
Qualcosa del genere deve essere accaduto nei tempi in cui Lolli e Belzoppi finirono per provocare l’intervento del Cardinale Alberoni, così come, in tempi più recenti deve essere intervenuto con la partecipazione di certo Scaramella, il quale forse avrebbe assunto una compartecipazione nell’esito di una progettata operazione politico amministrativa.
Il giudizio su chi agisce in tale maniera e si avvale di tali mezzi non ha certamente necessità di valutazioni e spiegazioni, che sono vieppiù valide in un piccolo paese come il nostro la cui immagine ha valenza essenziale rispetto a caratteristiche di paesi che possono mettere in campo elementi di ben altro rilievo.
La Reggenza Malpeli-Berti il 30 ottobre 1859 nel presentare al Consiglio Grande e Generale un progetto di ampio respiro per la sistemazione dei molti guai anche allora presenti si espresse nei seguenti termini:
“Dichiariamo pessimo quel cittadino, o quell’oratore, che in faccia ai forestieri, o ai profani sveli con maledica lingua le piaghe del proprio Paese, altrettanto crediamo di manifestare la piaghe medesime senza velo alcuno agli occhi del Sovrano Consiglio”. Si può essere ancora di tale parere anzi è opportuno assumerlo come criterio per cominciare a distinguere chi intende operare per il Paese da chi intende operare per sé. scritto da Renzo Bonelli SULLA VICENDA SCARAMELLA?

  • Le proposte di Reggini Auto