Piazza Toro Seduto a Civitanova Marche è realtà

(ANSA) – CIVITANOVA MARCHE, 01 APR – Piazza Toro Seduto
adesso a Civitanova Marche è realtà. Oggi si è tenuta la
cerimonia di scoprimento della targa, suggellando così il patto
di amicizia siglato a Palazzo Sforza, sede del Comine, il 18
novembre 2017 con il popolo Lakota Sioux. Nel piazzale del
Palasport di Civitanova Alta, il consigliere comunale Giorgio
Pollastrelli (Lega), presidente della Commissione toponomastica
ha accolto, tra gli altri, una delegazione capitanata dal prof.
    Alessandro Martire, delegato in Italia e presso l’Alto
Commissariato dei diritti dell’uomo di Ginevra della nazione
Lakota Sioux di Rosebud.
    Il momento dello scoprimento della targa è stato preceduto
dal canto della preghiera Sioux da parte dello jesino Alessio
Pieralisi, profondo conoscitore dell’antica lingua dei nativi
americani. Rituale scandito al suono del tamburo e con la
diffusione dell’incenso di artemisia, esponendo alcuni cimeli
originali degli indiani d’America, come la lancia appartenuta
allo stesso Toro Seduto.
    A seguire, nella sala del consiglio comunale, Martire ha
illustrato la storia del capo della tribù Unkpapa e l’attualità
del suo messaggio di spiritualità e rispetto della natura.
    “Ringrazio tutti i presenti – ha detto Pollastrelli -. Questa
mattina è stata una bella emozione perché per la città è oggi
una giornata speciale”. “Abbiamo maturato il patto di amicizia
con la Nazione Lakota decidendo di intitolare il piazzale del
palazzetto della Città Alta, una decisione presa convintamente
dalla Commissione e dalla Giunta”, ha sottolineato.
    “Non vogliamo creare il pretesto per contrapposizioni e
scontri – ha detto invece Martire – ma portare il messaggio dei
nativi americani sul rispetto per l’ambiente, le diversità. Toro
Seduto – ha aggiunto – conobbe anche tecniche di guarigione con
erbe medicinali ed era riconosciuto per riuscire a portare
infiniti benefici alla sua ente. Rappresentiamo una popolazione
che ha subito uno dei più grandi genocidi della storia e che
cerchiamo di ricordare attraverso scambi di amicizia, scambi
culturali”. (ANSA).
   


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