
(ANSA) – ROMA, 09 GIU – “Quando il signor Blatter mi disse se
volevo essere suo consigliere, mi chiese quale stipendio volevo
percepire. Sono rimasto sorpreso che mi abbia fatto questa
domanda e gli ho detto: ‘voglio un milione'”. Così Michel
Platini, nel processo dinanzi al Tribunale di Bellinzona
(Svizzera), nel quale è accusato, assieme all’ex presidente
della Fifa, di frode. “Sepp mi disse: ‘un milione di cosa?’ E
io, per scherzo, gli risposi: ‘di pesetas, lire, rubli, marchi,
decidi tu’. Replicò: ‘ok, un milione di franchi svizzeri’ –
aggiunge Platini, ricordando di avere “ceduto al carisma” degli
svizzeri per portarlo alla presidenza della Fifa nel 1998. “Non
ero mai stato in un’amministrazione come la Fifa, non so come
funzionasse, ho risposto, un milione”, spiega Platini.
La credibilità delle sue parole, rafforzate da quelle di
Blatter, sono al centro del processo per un sospetto pagamento
di 2 milioni di franchi (1,8 milioni di euro) concesso al
francese dalla Fifa nel 2011. Per gli imputati si tratta del “saldo”, certamente tardivo, del compenso concordato fra loro
per l’attività di consigliere svolta da Platini fra il 1998 e il
2002, consistente nell’assistere Blatter nei propri spostamenti
politici, nell’aiuto finanziario alle federazioni e nella
riforma del calendario. Secondo l’accusa, il pagamento sarebbe “infondato” e ottenuto “abilmente, ingannando” i controlli
interni della Fifa attraverso false affermazioni dei due
alleati: una frode punibile con 5 anni di reclusione.
Blatter, come Platini, dà un’altra lettura di questo
documento, una sistemazione provvisoria di fronte alle allora
fragili finanze della Fifa. Platini “mi ha detto: ‘non è tutto’
e io gli ho risposto ‘il resto verrà dopo’, aggiunge Blatter.
“Avevo semplicemente quest’uomo nell’organizzazione e valeva il
suo milione”, ha proseguito l’ex n.1 Fifa, confermando un ‘gentlemen’s agreement’ concluso oralmente, senza testimoni, e
mai fornito nei conti della Fifa. Altro motivo di perplessità
per i magistrati, l’errore di calcolo di Platini, che finì per
chiedere alla Fifa 500.000 franchi svizzeri all’anno e
dimenticava i 200.000, per non aver verificato quanto aveva già
ricevuto. (ANSA).
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