Preso il siriano dell’Isis. E’ un profugo in Germania

jaber-al-bakrDomenica sera, poco prima di mezzanotte un siriano entra nella stazione di polizia di Leipzig-West. Ha un cellulare, mostra agli agenti una foto nella quale c’è un uomo legato: «È questo l’uomo che cercate?», dice. Si, è proprio lui. Jaber Al Bakr, il sospetto terrorista siriano con legami con l’Isis che nel suo appartamento a Chemnitz aveva una cintura esplosiva e 1.500 grammi di esplosivo Tatp, lo stesso usato a Parigi e Bruxelles. Tanto da far dire al ministro dell’interno federale Thomas de Maiziere che «Jaber Albakr pianificava un attentato terroristico stile Parigi o Bruxelles». Secondo il quotidiano Tagesspiegel, nel mirino c’era uno dei due scali berlinesi: Tegel o Schoenefeld. Al Bakr da 48 ore era inseguito da tutta la polizia tedesca. Che quaranta minuti dopo la soffiata lo arresta, legato e tenuto sotto custodia nel quartiere di Paunsdorf da altri due siriani. Questa è la cronaca ufficiale della cattura, anche se alcuni sospettano che la polizia in questo modo voglia coprire dei suoi infiltrati nella comunità siriana. Sia come sia, il punto è che una strage è stata evitata ma, come già gli autori degli attacchi terroristici di Wurtzburg e di Ansbach, il potenziale responsabile (e il suo complice Khalil, arrestato l’altroieri nella stazione di Chemnitz e registrato come profugo il 25 novembre scorso), è un profugo.

Come ha annunciato il ministro dell’Interno sassone Markus Ulbig, «Jaber Al Bakr, il sospetto terrorista siriano arrestato a Lipsia, era stato accolto in Germania come profugo 19 febbraio 2015 e riconosciuto come tale il 9 giugno dopo. Aveva un permesso di soggiorno per tre anni». Il che pone al cancelliere Angela Merkel un grosso problema nella sua stessa maggioranza. Horst Seehofer, il leader della Csu, l’ala destra bavarese del partito della cancelliera, ha chiesto un esame capillare di tutti i profughi in Germania. Anche quelli che sono già nel Paese devono essere esaminati «con il coinvolgimento dei nostri servizi segreti», ha esortato Seehofer.
Per adesso Merkel, in missione in Niger, non ha replicato se non indirettamente, ringraziando la polizia ma anche i siriani che hanno permesso l’arresto. Contro il nesso automatico profughi-Stato Islamico, si è invece apertamente schierato il partito di sinistra Linke che, attraverso il capogruppo parlamentare Rico Gebhardt, ha messo in guardia dal «denigrare in blocco tutti i profughi come sospetti terroristi». Il Resto del Carlino