Arrivano le motivazioni della sentenza con cui, respingendo il ricorso della Procura di Milano, è stata resa definitiva l’assoluzione (piena) di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Un nuovo schiaffo a Ilda Boccassini & Co, il cui teorema viene smontato punto per punto. L'”aspetto fisico” di Ruby” e il suo “modo di comportarsi non tradivano minimamente la sua età effettiva”, scrivono i magistrati di Cassazione. Insomma il Cav realmente non poteva sapere l’età della ragazza, non poteva sapere se fosse minorenne o meno. Proprio come aveva sempre sostenuto difendendosi in aula.
Nessun reato – La conoscenza da parte del leader di Forza Italia dell’effettiva età di Kharima el Mahroug è il perno attorno al quale si era sviluppata l’inchiesta di Milano: e poiché Berlusconi credeva che la ragazza fosse maggiorenne, spiega la Cassazione, non esiste alcun reato (in primo grado, Berlusconi fu condannato a sette anni di carcere e la sentenza fu ribaltata in appello). La Suprema Corte, nelle motivazione, non risparmia pareri taglienti sull’operato della magistratura milanese. Il ricorso all’appello viene definito “assolutamente generico e asservito”, poiché si limitava ad affermare che “la frequentazione di donne minorenni da parte dell’imputato era notizia di dominio pubblico”.
“Generalizzazioni” – Le motivazioni della Suprema Corte proseguono: “Al netto di un inevitabile tasso di generalizzazione, si è ben lontani dal livello di somma astrazione che connota il concetto di ‘normale logica che presiede il corso delle vicende umane, correttamente ritenuto dalla Corte territoriale non suscettibile di fungere da elemento di conferma di un dato conoscitivo, che in realtà rimane tutto da provare“. Viene poi smontato anche il teorema secondo il quale Emilo Fede aveva avvisato Berlusconi della verà età di Ruby: “Accertato l’interesse personale e utilitaristico di Emilio Fede ad alimentare e preservare il sistema delle disinvolte serate di Arcore, nulla accreditava l’ipotesi accusatoria secondo cui Fede, in contrasto con i propri interessi, avrebbe rivelato a Berlusconi la minore età” di Kharima el Mahroug.
La concussione – Viene infine “azzerata” anche l’accusa di concussione che Belusconi, al tempo capo del governo, avrebbe commesso sul vicequestore Piero Ostuni per forzarlo a liberare Ruby quando venne fermata. Secondo la Suprema Corte, semmai, fu Ostuni ad avere un atteggiamento “non consono” al suo ruolo, poiché da Berlusconi non era arrivata alcuna minaccia. Afferma la Cassazione: “L’imputato, come riferito dallo stesso Ostuni, si limitò a segnalare il caso e a indicare la persona” Nicole Minetti che, “portandosi in Questura, si sarebbe potuta fare carico della ragazza minorenne fermata”. Libero