Provvigioni e compensi (dalle banche italiane) ai professionisti

Provvigioni e lauti compensi, a mo di compenso per la collaborazione prestata, a quei professionisti ed avvocati che convincono i lori clienti a scudare. E’ quello che emerge dalla lettura di un articolo su ticino finanza.

eccolo:

« Pronto buongiorno sono “Azzurro”, vorrei parlare con il mio consulente il Sig. Bernasconi”.
Così comincia l’avventura di un probabile scudante che, sollecitato ed infine convinto dal proprio avvocato e commercialista a scudare il suo patrimonio da anni custodito in Svizzera, alza la cornetta per contattare il consulente bancario che da sempre si occupa di gestire il suo patrimonio all’estero.
“Azzurro” non è altro che un “Signor Rossi” qualsiasi, abituato nel corso degli anni, ad annunciarsi alla propria banca in Svizzera attraverso un improbabile pseudonimo per non essere identificato.
In una piovosa mattina d’ottobre il signor Rossi fa accomodare sulla sua Bmw scura il commercialista e il legale che saranno suoi compagni di viaggio verso Lugano.
Non se la sente di affrontare l’impresa da solo il signor Rossi: le norme sullo scudo non le ha ancora comprese appieno, dense di cavilli, di aspetti non ancora chiariti, di un linguaggio giuridico troppo complesso. Inoltre la burocrazia non è mai stata il suo forte.
Intanto che il tergicristallo libera il lunotto anteriore dalla pioggia battente, Rossi ripensa a quel giorno in cui decise di allontanare il proprio capitale dall’Italia. Da allora è sempre stato Bernasconi, fidato consulente, a gestire ogni transazione senza che più alcun problema lo sfiorasse. Sapeva i suoi soldi al sicuro e poteva dormire sonni tranquilli. Quasi si sentiva affezionato al Bernasconi, ma negli ultimi mesi tutti lo avevano spronato a riportare in patria i suoi averi. Forse era davvero giusto così.
Tra un pensiero e l’altro, i tre giungono al solito autosilo luganese, entrano nell’istituto di credito di destinazione e vengono fatti accomodare in un sobrio, ma raffinato salottino in attesa del Sig. Bernasconi. Erano anni che Rossi non metteva piede a Lugano, tra le decine di banche che si dispongono intorno al lago.

“Buongiorno Sig. Rossi, come sta? Vedo che ha deciso di lasciarci. Posso chiederle come mai?”. Il consulente è effettivamente un po’ spiazzato. Pensava di incontrare il suo cliente da solo, invece eccolo accompagnato da due uomini in giacca e cravatta. Capisce immediatamente la situazione: il commercialista e l’avvocato non sono certo, come probabilmente Rossi pensa, i suoi angeli custodi. Interessanti provvigioni li aspettano dalle banche italiane se effettivamente riusciranno a convincere il loro cliente a scudare, dunque a spostare i capitali presso la banca italiana.
Tuttavia Rossi, ingenuamente, svia la domanda e chiede immediate spiegazioni sulle modalità per effettuare lo spostamento dei suoi capitali.
“Sig. Rossi ha valutato l’idea di un rimpatrio giuridico? Le ricordo che esiste la possibilità di rimpatriare i suoi beni pur lasciandoli fisicamente presso la nostra banca”.
“Il sig. Rossi ha deciso di aderire alla sanatoria. È un’opportunità che non capita tutti i giorni, quindi reputa opportuno cogliere al volo l’occasione. Del resto conviene alla salute della sua società rimettere le carte in piena regola. Prepari pure tutta la documentazione necessaria”, interviene il rampante avvocato.
Bernasconi esegue. Del resto il suo cliente ha tutti i diritti di scegliere come gestire il proprio patrimonio.
Soddisfatti avvocato e commercialista si scambiano uno sguardo d’intesa: obiettivo raggiunto.
“Bene, la documentazione è a posto. È stato un piacere averla cliente presso il nostro istituto per così tanti anni. Le auguro buon rientro”.
Il Sig. Rossi lascia uscire i suoi accompagnatori e prende da parte il suo, ormai, ex consulente.
“La ringrazio per la competenza dimostratami in tutti questi anni. In lei ho potuto riporre tutta la mia fiducia. Sa, non penso questa sia l’ultima volta che ci vedremo. Negli ultimi tempi, le vicende del segreto bancario e i tanti trattati di collaborazione internazionale sullo scambio d’informazioni sui clienti mi hanno portato a diventare diffidente. I controlli della Guardia di finanza in Italia si sono inaspriti. Non vorrei incorrere in sanzioni troppo gravi”.
E dopo questa saggia e diligente dichiarazione aggiunge: “Però… non ho le idee molto chiare su cosa stia succedendo alla Svizzera e al segreto bancario… ma di certo sono convinto di potermi fidare di lei. Quindi, guardi, lei non sa niente, ma appena ‘sta buriana dello scudo fiscale sarà passata, io so a chi affidare i miei interessi veri. Speriamo già a gennaio, ripasserò da queste parti, lei c’è sempre vero? Non si preoccupi, il nostro è solo un arrivederci non un addio”.

Il Sig. Rossi scuda. Rispetta la legge. Ma in cuor suo sa che questa legge non rispecchia i suoi, e quelli di migliaia d’imprenditori e investitori, autentici interessi. Si allontana da Lugano con un misto di sensazioni di avere fatto si il suo dovere, ma fermamente convinto che nulla gli offrirà quella competenza, affidabilità, rapidità e visione trovate nelle banche svizzere.

ticinofinanza.ch, 13 ottobre 2009

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