Quest’oggi quattro leader del Psd in conferenza stampa presso la sede di Borgo Maggiore dell’Ex Pss, aspettando poi la serata del prossimo venerdì al Kursaal per la votazione per il rinnovo dei vertici del PSD, hanno incontrato la stampa.
Fiorenzo Stolfi, che notiamo positivamente ringalluzzito – forse dai nostri articoli o dalla fuoriscita dei socialisti riformisti? -, parla di nuovi motori dell’economia, di esterevestizione, di ingresso nella Ue, quindi di tutti i capisaldi del programma della campagna elettorale del Psd e dell’intera coalizione Riforme e Libertà, che oggi più che mai sembra defunta.
Fiorenzo Stolfi vede come una grande opportunità per il paese l’ingresso in Europa e vede nella Fiscalità competitiva, nella qualità dei servizi e nella convienienza negli acquisti come i motori per la eventuale futura ripresa.
Parla – lo stesso Stolfi – di accordi bancari saltati, e di segreto bancario non più esistente, di un governo con scarsissima progettualità e che va avanti solo sull’onda dell’emergenza.
E’ nei momenti di crisi che bisonga trovare le idee per uscire dalla crisi. Bisogna lavorare per trovare nuove opportunità ed entrare nel SEE è solo un inizio.
Giuseppe Maria Morganti è ancora più determinato. Inizia dicendo che siamo con la pistola alla testa e che siamo di fronte a madornali errori del Governo; aver ridotto tutto ad un mero confronto con la sola Italia è troppo riduttivo, uno Stato indipendente e autonomo deve e può rivolgersi a tutti gli altri stati.
E vede nell’adesione ragionata all’Ue la panacea di tutti i mali. Settembre è troppo tardi e non ce la faremo a sottoscriverli tutti in così poco tempo. La Black list sarebbe una condanna a morte per l’intero paese. Dobbiamo stipulare quanto prima accordi con gli organismi internazionali.
Denise Bronzetti parla di iniziative ed idee che sono nate all’interno del Psd, con la collaborazione di tutte quelle persone che lavorano in questo settore.
La sovranita – continua Denise – non sta nell’isolamento ma proprio nel rapporto con gli altri paesi; lo stupido arrocamento deve essere una prerogativa del passato. E vede le gravi responsabilità nel chiudere in maniera definitiva questi accordi che permettano al paese di uscire dal calvario della grey list.
Antonio Carattoni – da puro economista – fa un’analisi tecnica su qual’è stato il punto di svolta, e cioè nell’attacco alla riservatezza nelle transazioni commerciali ed economiche. Non siamo – continua Carattoni – disposti a pagare un conto molto salato per non aver firmato accordi con gli altri paesi.
Si richiede la firma di un trattato non di un accordo, soggetto magari ad interpretazioni o al volere dei vari governi che potranno succedersi in europa.
Infine prende la parola nuovamente Stofli dicendo: ”è inaccettabile che l’Italia faccia leggi anche per San Marino e che noi dobbiamo per forza accettare”.
