PUG, la città al bivio tra partecipazione reale e vecchie logiche speculative … di Stefano Benaglia

Caro Diario, è stata una settimana importante per la città, con l’avvio del percorso che porterà al nuovo PUG. Grande partecipazione in sala, sintomo evidente che il tema è sentito e di particolare interesse. L’esposizione è stata come sempre ampia ma molto astratta nei contenuti, snocciolando le modalità che porteranno alla realizzazione di questo nuovo Piano Urbanistico Generale. La fase è ancora embrionale e sicuramente ci sarà tempo per analizzare tutto il materiale che verrà prodotto. 

Tramite il forum del Piano Strategico verrà coinvolta la città e tutti i portatori di interesse. Vorrei che in questa fase fossero presenti oltre ai soliti lobbisti delle varie categorie economiche anche i cittadini comuni, magari attraverso i famosi Forum Urbani in procinto di partire. La partecipazione della cittadinanza è fondamentale, poichè questo strumento urbanistico andrà ad impattare in maniera totalizzante tutta la nostra città nel futuro prossimo.

Nella presentazione è stato dato grande risalto ai punti cardine del PUG: riqualificazione dell’esistente, almeno il 20% di edilizia ERS (edilizia residenziale sociale) per ogni nuova previsione residenziale, consumo del suolo nel limite del 3%. Il comune di Rimini è molto indietro sul tema Casa, sia per le nuove costruzioni sia sulla manutenzione e gestione dell’esistente. Nella presentazione è stata menzionata l’edilizia ERS della Corderia, forse un refuso (sono buono) perché è stato annunciato il mese scorso la trasformazione di quegli spazi in alloggi per studenti. C’è tanto lavoro ancora da fare sul tema dell’abitare, tema complesso che tocca anche il settore turistico e imprenditoriale. 

Mia considerazione: tutto il PUG si basa sull’identificazione dei bisogni dopo aver mappato l’esistente. Mettendoci la “solita malizia” che mi contraddistingue, direi che si presta molto bene a quella manovra che è da un po’ nell’aria e di cui nessuno vuole mai parlare: trasferire vecchie cubature dal lungomare in aree libere nella città. In quale misura e con quali criteri non si sa ancora, ma la tavola sembra apparecchiata e risponde in maniera precisa ai movimenti di affitti con riscatto e le numerose compravendite che si possono osservare nella nostra fascia turistica. L’opzione dell’interesse pubblico infine garantisce di superare senza problemi il limite del 3% di consumo del territorio.

Caro Diario, la vera sfida sarà evitare che la città venga disegnata dai soliti palazzinari d’assalto, quelli che in un modo o nell’altro in questa città hanno sempre fatto affari. Sfida che spero verrà portata avanti da un pezzo del PD e da Alleanza Verdi Sinistra, due partiti che sul tema consumo del territorio e cementificazione sono molto latitanti in questo periodo. Il loro silenzio sul comparto Rivabella e il mercato ittico delle aste in via Sinistra del Porto è stato un errore politico molto grave. Serve il coraggio delle idee che esca dalla logica del silenzio per gioco di squadra. 

Stefano Benaglia