Riceviamo e pubblichiamo
Qualunque sia l’infausto evento che cala sulla testa del Giudice Alberto Buriani, a ogni piè sospinto si assiste all’istantanea levata di scudi dei suoi fans per immunizzarlo da qualsiasi accusa.
L’antifona è quella…
E chiunque si macchi del peccato di dargli contro, quella gentaccia lì, è automaticamente un amico di quelli del Conto Mazzini!
Così l’abile magistrato è divenuto immune da ogni responsabilità per il coraggio mostrato 6 anni fa, quando – non da solo, ma assieme a due colleghi meno fortunati in termini di ritorno d’immagine – ha spiccato arresti a carico di una manciata di ex- politici, non più al potere, tutti con le armi spuntate e già messi al margine dai loro partiti…
Il Conto Mazzini è divenuto quindi l’indiscusso vessillo dei buoni che lottano contro il male, quelli a cui tutto va perdonato, perché se non c’erano loro il paese sprofondava nell’abisso.
Così evidentemente stanno le cose – secondo i prolifici scrittori che si autoincensano di fronte al Consiglio d’Europa, Buriani incluso – ma l’egida del Conto Mazzini è davvero una medicina per tutti i mali?
E quanto dura il suo effetto prima che il beneficiato ritorni responsabile delle sue azioni?
L’effetto panacea potrebbe essere già finito, anzi qualche pazzo pensa che il suo posto fra i “buoni” uno se lo debba meritare tutta la vita – ammesso che mai se lo sia meritato.
La storia ci dirà se il Baltasar Garzón nostrano se la caverà campando di rendita solo perché ha fatto il Conto Mazzini.
Un lettore