Nel luglio 2024, un uomo di 37 anni, originario di Mantova e residente ad Ancona, si rese protagonista di una rapina all’interno della chiesa di San Nicolò a Rimini, durante un servizio dedicato ai bambini della comunità cinese. Secondo le ricostruzioni, il rapinatore sorprese il sacerdote cinese in canonica mentre riposava e lo minacciò con un coltello, facendosi consegnare circa 500 euro delle offerte.
Il dettaglio che tradì l’autore del gesto furono alcuni ideogrammi cinesi tatuati sul collo, che permisero agli inquirenti di identificarlo con rapidità. Dopo un’indagine della Squadra Mobile, l’uomo fu arrestato e, successivamente, sottoposto a un processo con rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini. La sentenza, emessa ieri, lo ha condannato a due anni, un mese e dieci giorni di reclusione. La procura aveva richiesto una pena di quattro anni.
Dopo l’arresto, l’uomo, assistito dagli avvocati Massimiliano Orrù e Alice Garavalli, aveva trascorso un periodo in cella prima di essere rimesso in libertà con l’obbligo di firma ad Ancona. Durante l’udienza, ha espresso scuse al sacerdote, spiegando di aver compiuto il gesto per procurarsi rapidamente denaro per l’acquisto di droga, a causa della sua tossicodipendenza. All’epoca dei fatti, l’uomo era senza una dimora stabile e si muoveva tra le stazioni di Rimini e Ancona. Recentemente, aveva iniziato un percorso di cura presso un centro per le dipendenze.