Ravenna. Il granchio blu può diventare farina, ecco l’arma per fermarne la proliferazione

Una nuova “arma” per frenare la proliferazione del dannoso granchio blu e per sostenere i pescatori di marina di Ravenna.

Come? Con un progetto per trasformare le parte di scarto di granchi pescati in farina da usare per i mangimi degli animali domestici e per l’acquacoltura o come esca per la pesca professionale. I granchi che vengono pescati e che sono sottotaglia o danneggiati, infatti, non possono essere commercializzati, generando anche problemi di smaltimento per i pescatori.

IL PROGETTO

Il progetto si intitola, non a caso Crab, (“granchio” in inglese, ma anche acronimo di Circular Re-use of Alien Blue-crab) ed è nato dalla collaborazione tra Torpedo Soc.Coop, Istituto scientifico Cestha, Centro per l’innovazione Cifla di Fondazione Flaminia, ClustEr Agrifood Emilia-Romagna, cooperative di pesca locali e aziende del settore. E’ stato ideato per la piccola marineria di Marina di Ravenna allo scopo di fornire una soluzione concreta al problema dello smaltimento delle catture accessorie e non commerciabili e ha l’obiettivo di dare vita a una filiera sostenibile e circolare per la valorizzazione di questo scarto ittico, spiega Fondazione Flaminia. Da un lato, dunque, punta a sostenere i pescatori locali riducendo i costi di smaltimento e offrendo una potenziale nuova fonte di reddito, dall’altro contribuisce al controllo delle popolazioni di granchio blu, favorendo il ripristino degli equilibri ecosistemici locali, si aggiunge.

Non solo, ma il processo è anche a basso impatto ambientale, visto che la produzione di farina avviene attraverso l’impiego di un macchinario che disidrata, tritura e sterilizza il granchio blu a bassa temperatura, senza l’uso di acqua o additivi chimici.

LE QUANTITÀ

Da 100 chili di granchio fresco si possono ottenere circa 30-35 chili di farina sterile molto ricca di proteine (quasi il 65%), e con buone percentuali di calcio e fosforo e amminoacidi come la taurina. Le attività sono svolte nei locali dell’Istituto scientifico Cestha a Marina di Ravenna, luogo “strategico”, aggiunge la Fondazione, che mira a sostenere la riqualificazione del quartiere marittimo e a promuoverne l’affermazione quale punto di riferimento per l’innovazione nella Blue Economy. Il progetto è finanziato dal Programma Fesr 2021-2027 Regione Emilia-Romagna, Azione 1.3.5 – Innovazione sociale. Info su www.torpedocoop.it.

Agenzia Dire