Ravenna, inseguimento da incubo: armi, speronamenti e panico nella notte

Una notte di violenza e paura si è consumata tra Camerlona e Ravenna, dove due uomini hanno messo in atto un pericoloso inseguimento su strada conclusosi con l’intervento risolutivo della Polizia locale. A finire in manette sono stati due quarantenni, Abderrahmane Boubaghila, cittadino algerino, e Aymen Jebali, di nazionalità tunisina, entrambi domiciliati ad Argenta.

L’episodio è cominciato intorno a mezzanotte e un quarto, quando i due hanno dato il via a una caccia su strada contro una coppia – un uomo e una donna di 44 e 31 anni – a bordo di una Peugeot. La loro Fiat Panda ha tallonato l’altra vettura per oltre trenta minuti, tra manovre azzardate, speronamenti e clacson impazziti. L’inseguimento si è concluso nei pressi della rotonda Svizzera, in via Faentina, dove una pattuglia della Polizia locale è riuscita a bloccare la corsa dei due aggressori.

Durante il controllo, gli agenti hanno notato l’agitazione dei fermati e lo stato di ebbrezza evidente del conducente, Boubaghila. Poco dopo è sopraggiunta anche la coppia inseguita, che ha immediatamente denunciato quanto accaduto, aggiungendo che i due uomini erano armati.

La perquisizione del veicolo ha confermato la gravità della situazione: una katana con lama da 73 cm era nascosta sui sedili posteriori, un coltello a serramanico si trovava nel portaoggetti, mentre nel bagagliaio gli agenti hanno rinvenuto un bastone da un metro, un’ascia e una replica fedele di un fucile d’assalto AK-47 priva del tappo rosso, dettaglio che la rendeva facilmente confondibile con un’arma reale.

I due uomini, già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati a droga, resistenza, armi e lesioni, sono stati arrestati con l’accusa di violenza privata, danneggiamento e porto abusivo d’armi. Per Boubaghila è scattata anche la denuncia per guida in stato di ebbrezza e senza patente. Entrambi risultano inoltre irregolari sul territorio italiano.

Il giudice ha convalidato l’arresto su richiesta del vice procuratore onorario Katia Ravaioli. L’episodio, per dinamica e armamento, ha suscitato forte preoccupazione per il livello di pericolosità mostrato.