A Ravenna si chiude un capitolo drammatico delle cronache recenti con l’arresto di nove minorenni tunisini, tutti non accompagnati, ritenuti responsabili di una serie di gravi reati tra cui aggressioni con machete e spray al peperoncino. Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale per i Minorenni di Bologna, su richiesta della Procura minorile, dopo un’indagine coordinata dalla Squadra Mobile e avviata nell’autunno del 2024.
Il gruppo era stato inizialmente ospitato in strutture di accoglienza del ravennate, dove già dai primi mesi si era distinto per comportamenti di violenza e devianza tali da costringere la Prefettura a chiudere una delle strutture. Nonostante il tentativo di trasferire i giovani in altre sedi sul territorio nazionale, questi spesso si allontanavano spontaneamente, tornando poco dopo nella zona di Ravenna.
L’indagine si è sviluppata a partire dalle numerose denunce per furti, rapine e aggressioni che coinvolgevano principalmente coetanei, ma anche operatori delle strutture e, in alcuni casi, le forze dell’ordine. Tra i fatti più gravi spicca un tentato omicidio di fine maggio, quando un uomo è stato aggredito con un machete e ferito alla testa nei pressi della stazione ferroviaria. Diverse volte i giovani sono stati segnalati per l’uso di spray al peperoncino durante gli assalti.
Non è raro che il gruppo si muovesse in stazione armato di machete e coltelli di grandi dimensioni, portando gli inquirenti a contestare loro anche il possesso di armi improprie. Alcuni di loro erano già stati arrestati in passato per resistenza a pubblico ufficiale.
Il bilancio di questa operazione segna un passo importante per la sicurezza del territorio, contrastando fenomeni di violenza e criminalità giovanile che avevano generato preoccupazione e allarme nella comunità ravennate.
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