Referendum, Dario Fo all’Huffpost contro Matteo Renzi: “È come un re senza più un popolo e cambia posizione su tutto”

n-DARIO-FO-large570Più che paura, opportunismo. Più che un premier, “una ballerina”. Dario Fo legge così il cambio di strategia di Matteo Renzi sul referendum costituzionale e quel passaggio comunicativo dal “mi dimetto” a “si vota comunque nel 2018”. D’altra parte, l’avversione del premio Nobel per il presidente del Consiglio è stata esplicitata a più riprese, così come la sua vicinanza al Movimento 5 Stelle. Sulla sua tela, dunque, Renzi viene dipinto come un re caduto da cavallo che si aspettava che tutti andassero a soccorrerlo e invece si è dovuto ricredere.

Perché quindi a suo giudizio il premier ha cambiato passo sul referendum di novembre?

Quanto sosteneva prima era tutto un pretesto, una specie di sollecito alla sua gente per dire “state attenti perché, se perdiamo, io mi ritiro e voi rimarrete come figli unici abbandonati in una difficile condizione di vita, perderete il posto, le prebende, i denari, i privilegi della carica, le amicizie e gli affari. Quindi attenti a voi se non fate un lavoro tale per cui io risulterò vincente perché non è soltanto a me che succede il guaio, anzi io me la cavo sempre”. Insomma, è un ricatto emerito: “o vi muovete o siete fottuti”. Scusi il termine triviale ma è quello che si usa tra politici.

Insomma, la sua sarebbe incoerenza, più che paura di perdere?

A me pare che Renzi non riesca a tenere una posizione su niente. Quante volte cambia idea in un anno? Il fatto è che non gli è andata bene, che la gente non si è raccolta intorno a lui. Non può tenere un comizio pubblico, altrimenti lo coprono di parolacce. Ormai è costretto a farli in posti chiusi, dove è facile rintracciare chi lo contesta.

Per lei è opportunismo?

Lui sperava che andasse come in quella canzone inglese in cui si dice che tutti gli uomini del re accorrono perché è caduto il sire. E invece non sono accorsi e allora si è rialzato e ha cambiato musica. È una ballerina più che premier.

Ieri Matteo Renzi è stato protagonista con Angela Merkel e Francois Hollande del vertice di Ventotene. Pensa che ne possa scaturire qualcosa di positivo per l’Italia e l’Europa?

Non l’ho seguito, dico la verità. Ma non ho visto mai una cosa espressa seriamente e attuata di conseguenza. Renzi fa delle proposte, promette cose straordinarie e puntualmente non si avverano. È vero che il pubblico è addormentato, ma è anche schifato dall’andamento delle cose e vede che si perde denaro, che le tasse non scendono e che il Pil non sale. Si salvano solo le grandi imprese ed ecco che persino il suo popolo dice basta. È partito sopra il 40 percento e ora è sotto il livello dei 5 Stelle. Ci sarebbe da aver paura per uno normale, ma lui non è normale, ha una incoscienza e una disperazione straordinaria.

Non trova nulla di positivo, neanche il bonus cultura per i diciottenni?

Bisogna vedere bene la sua elaborazione e applicazione. Ma Renzi è uno che tradisce le sue origini, cosa è rimasto del partito operaio da cui deriva il Pd? Questo è ormai il partito delle banche che vogliono avere potere su tutto.

Cosa le sembra invece di questi primi mesi di amministrazione di Beppe Sala a Milano?

Sala non mi piace, non mi è mai piaciuto. Ancora non ha fatto chiarezza sui suoi redditi né ha dato una risposta sull’Expo, sulle perdite, su quello che succede in quell’area.

Dell’esordio di Virginia Raggi a Roma, invece, cosa ne pensa? Non è stato dei più semplici…

Questa è una delle trovate disperate da parte del Pd, è ovvio. È un’aggressione dovuta alla paura terrificante che ce la faccia, perché se ce la fa…Già a Torino il sindaco sta facendo sul serio, e cose mai successe in amministrazioni gestite dal Pd.

Come spiega allora il ritorno in campo in prima persona di Beppe Grillo dopo aver annunciato il suo passo di lato?

Ma lui non ha mai affermato di voler abbandonare il Movimento, a un certo punto ha soltanto detto che si voleva riposare e sui giornali il titolo è diventato “Grillo lascia”. L’altro giorno è passato a trovarmi alla mostra che ho allestito su Darwin, abbiamo chiacchierato dieci minuti e mi ha detto che è assolutamente tranquillo e sereno di come stanno andando le cose. Poi è normale che ci sia dialettica nel Movimento, ma dialettica vuol dire confronto.

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