Questione di preposizioni. Ma anche di votazioni. Il tema delle residenze e dei permessi di soggiorno a San Marino è da sempre oggetto di dibattito politico. E gli ultimi due casi riguardano appunto una preposizione e un’interpretazione del regolamento sulle votazioni.
Ieri, infatti, in commissione Affari esteri il consigliere del Partito dei socialisti e dei democratici, Fiorenzo Stolfi, fa presente che la Repubblica chiama “permessi di convivenza” i permessi di soggiorno rilasciati a chi convive con una persona sammarinese. Ma “uno Stato – motiva le sue perplessità – non può dare dei permessi per convivere. Se viene fuori facciamo ridere mezzo mondo”. Inoltre, aggiunge, tale documento “non viene riconosciuto dall’Italia come permesso” per cui non si può usufruire, per esempio, dell’assistenza sanitaria.
“Si tratta di una scelta deliberata della maggioranza, che non dà i diritti specifici dei permessi di soggiorno”, replica il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, sottolineando che la dicitura corretta è “permessi per convivenza”.
Appunto un problema di preposizioni. Che lascia poi spazio a quello delle votazioni. In aula arrivano le richieste di residenza degli imprenditori. E quella di Fabio Imola scatena il caos. Viene votata, dopo gli interrogativi sollevati dal consigliere del Partito democratico cristiano sammarinese, Teodoro Lonfernini, e riceve otto voti favorevoli su 17 presenti, contro sette contrari e due astenuti. Il presidente Gian Franco Terenzi dà in un primo momento il via libera, ma poi ci ripensa dato che il regolamento delle commissioni parla di maggioranza dei presenti. In questo caso dovrebbero allora essere nove i voti favorevoli. Per cui Terenzi parla di richiesta respinta, non convincendo però i commissari. La seduta viene sospesa alla ricerca di chiarimenti sul regolamento e infine Terenzi chiede ai commissari di decidere sull’interpretazione. Ha la meglio l’interpretazione del presidente per cui la richiesta di Imola viene respinta.
Stessa sorte per altre due richieste che ricevono rispettivamente otto sì, sei no e due astenuti, otto sì, sette no e un astenuto. Esiti che non piacciono al consigliere del Psd Marino Riccardi, “abbiamo bisogno di imprenditori”, mentre il segretario di Stato Mularoni vuole chiarire la questione con la maggioranza. In precedenza c’era stato il via libera alle richieste di residenza del direttore generale di San Marino Life, impresa sammarinese di assicurazioni, Daniele Savegnago; e quella di Massimo Pieretti dirigente della Cartiera Ciacci (13 voti favorevoli e quattro contrari). La commissione aveva invece bloccato, su richiesta di approfondimenti del consigliere di Alleanza popolare Roberto Giorgetti, l’assegnazione di un permesso parentale. E ragionato sulla possibilità di concederlo non solo ai genitori ma anche a parenti meno stretti come uno zio. “Per legge non è possibile”, sottoli- nea Giorgetti, mentre Germano De Biagi del Partito socialista riformista sammarinese apre alla possibilità, a patto di verificare l’autonomia di chi lo chiede. “Atteniamoci alla legge, altrimenti rischiamo di creare dei precedenti”, taglia corto Glauco Sansovini dell’Unione dei Moderati. Del tema, conclude la commissione, si riparlerà. Sospesa anche una richiesta di residenza per una verifica sui cinque anni di permanenza sul territorio; e respinta una seconda, con 16 voti contrari e uno favorevole, per dei precedenti penali.