Riccione: omicidio Zibery, 9 denunce per favoreggiamento.

L’11 aprile 2014 si è conclusa, con successo, l’attività d’indagine dei Carabinieri con l’arresto di Nikaj Paulin, l’assassino del “Conad di Misano” che, nella mattinata del 17 marzo 2014, dopo un breve litigio con un connazionale, Zibery Nimet 24enne residente a Misano, nel parcheggio del Conad “Agina” di Misano, aveva ucciso quest’ultimo con 7 colpi di pistola esplosi a bruciapelo alla presenza della di lui moglie, incinta di 4 mesi, e dei suoi 2 bambini. Al termine dell’efferato delitto Paulin si era dato a precipitosa fuga abbandonando la giovane consorte lungo un tratto di strada nel Comune di Cattolica. Da quel momento in poi l’assassino aveva fatto perdere le proprie tracce dandosi alla latitanza, favorito da una fitta schiera di fiancheggiatori/parenti che gli investigatori hanno poi ricostruito identificando iresponsabili.

Tale meticolosa attività aveva portato gli inquirenti, in prima battuta a Foligno, dove era stato  segnalato il veicolo del fuggitivo e dove veniva appurato che l’omicida aveva alcuni familiari. I costanti servizi di osservazione e di raccolta d’informazioni consentivano di verificare che nella stessa giornata del delitto, Nikaj  Paulin, dopo aver cercato, senza successo, l’appoggio di alcuni parenti della moglie a Senigallia, era giunto nei pressi di Trevi e Foligno. Proprio in una via della cittadina umbra, veniva infatti rinvenuta e sequestrata l’auto della fuga, una citroen C4 di colore azzurro. Da qui, dopo alcune ore, forse avendo ritenuto il posto poco sicuro, veniva prelevato da un altro cugino paterno N.G., 54enne albanese, residente nel bergamasco (Bolgare)  che la notte stessa lo conduceva in Lombardia. Questi, unitamente alla moglie N.P., 46enne e il figlio N.F., 24enne, entrambi albanesi, favoriva la latitanza iniziale di Paulin in quella zona. In seguito, grazie ad altri parenti, il fuggitivo si spostava nel varesotto sino ad arrivare in Svizzera. In particolare gli altri cugini venivano identificati in: M.R., 30enne albanese, M.E., 39enne albanese, P.D., 43enne albanese, e C.F., 29enne albanese, tutti dimoranti in Varese e L.G., 36enne albanese dimorante in Legnano.

L’attività di Polizia Giudiziaria permetteva di acclarare che la latitanza era stata organizzata da uno zio del fuggitivo, dimorante in Misano Adriatico: D.Z., 50enne albanese che, tirando le fila dei vari contatti familiari, di fatto era riuscito nell’intento di far dileguare il nipote.

Gli inquirenti sono al momento in attesa dell’estradizione per chiarire ulteriori aspetti investigativi.