
Il Comune di Riccione ha formalizzato la propria adesione al progetto “Community Hotel: da bene confiscato a bene comune”, promosso dall’associazione Libera Emilia-Romagna Aps. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di avviare un percorso partecipativo condiviso per il riuso sociale dell’ex Hotel Smart, bene confiscato alla criminalità organizzata, situato in via Nazario Sauro.
Dalla confisca alla rinascita
Il progetto è stato pensato per trasformare un luogo sottratto alla mafia in uno spazio collettivo e inclusivo, capace di offrire servizi, attività e opportunità alle cittadine e ai cittadini, rafforzando il legame tra legalità e comunità. Attraverso incontri pubblici, laboratori, tavoli di concertazione e focus group, verranno raccolte idee, proposte e bisogni da parte di cittadini, giovani, scuole, associazioni, cooperative, imprese e altri attori del territorio. Il fine ultimo è elaborare insieme un documento di proposta partecipata, con ipotesi concrete di riutilizzo, che verrà successivamente validato e presentato all’amministrazione comunale.
Una visione strategica per Riccione
“L’adesione al progetto Community Hotel rappresenta molto più di un atto amministrativo: è una scelta di campo, una dichiarazione di intenti forte e chiara. Con questo percorso vogliamo restituire alla città un luogo sottratto all’illegalità, trasformandolo in un laboratorio civico di futuro e coesione sociale. L’ex Hotel Smart può diventare un simbolo vivo di rigenerazione urbana e democratica: da bene abbandonato a spazio condiviso, aperto alla comunità, capace di generare valore sociale, relazioni, inclusione, cultura e lavoro. Questa iniziativa si inserisce in modo pienamente coerente nella visione strategica tracciata dal nostro Documento unico di programmazione 2025–2027, in cui puntiamo su legalità, partecipazione e innovazione sociale come leve per una città più giusta, viva e sostenibile. Vogliamo fare di Riccione un territorio dove i beni comuni si costruiscono insieme, dal basso, coinvolgendo cittadini, scuole, giovani, imprese e associazioni. La vera forza del progetto sta proprio in questo: nel rendere le persone protagoniste del cambiamento, capaci di immaginare nuovi usi per spazi che un tempo rappresentavano esclusione e paura. Oggi abbiamo l’opportunità di restituire dignità a un luogo e di costruire, insieme, un pezzo di futuro collettivo”, ha dichiarato l’assessore al Patrimonio Alessandro Nicolardi.
Il progetto, che non comporta oneri economici per il Comune di Riccione, sarà interamente gestito e finanziato dall’associazione Libera Emilia-Romagna (nell’ambito del Bando Partecipazione 2025 della Regione Emilia-Romagna, L.R. 15/2018), che ha chiesto alla Regione un contributo pari a 15.000 euro. Tra i partner anche Cooperare con Libera Terra, agenzia per lo sviluppo imprenditoriale cooperativo sui beni confiscati.
La partecipazione
Il processo partecipativo si svolgerà tra il 20 settembre 2025 e il 30 aprile 2026 e prevede anche momenti di formazione e sensibilizzazione sui temi dell’antimafia, della legalità democratica e del riutilizzo dei beni confiscati, rivolti in particolare alle scuole secondarie e al mondo giovanile. Una parte importante del percorso sarà dedicata al racconto della storia dell’ex Hotel Smart e alla sua trasformazione da simbolo di illegalità a bene comune condiviso.
Il Comune di Riccione, in qualità di ente decisore, ha sottoscritto un accordo formale di partenariato, impegnandosi con apposita delibera a valorizzare l’esito del percorso partecipativo come contributo utile ai futuri sviluppi amministrativi e urbanistici dell’immobile.