Rimini, a Spontricciolo arbitro 17enne accerchiato e “salvato” dai Carabinieri

Una partita del campionato provinciale Under 14 si è trasformata in un incubo per un giovanissimo arbitro, vittima di insulti, minacce di morte e un clima di violenza verbale tale da richiedere l’intervento dei Carabinieri. Il tutto è accaduto domenica scorsa sul campo sportivo di Spontricciolo, durante il match tra Rivazzurra e Riccione Calcio 1926.

Alla fine dell’incontro, vinto 3-1 dalla squadra riccionese, la tensione in campo è esplosa. L’arbitro, appena 17enne, aveva appena provato a concludere con un gesto di civiltà andando a porgere la mano al tecnico avversario. La risposta, tutt’altro che sportiva, è stata un’escalation di proteste, offese e minacce. L’allenatore, già infuriato per alcune decisioni arbitrali, ha reagito in modo violento e intimidatorio, provocando la reazione a catena di alcuni giovani calciatori e di diversi genitori sugli spalti.

Il clima è degenerato rapidamente: il ragazzo è stato accerchiato in mezzo al campo e bersagliato da urla e inviti ad allontanarsi “per sempre”. Alcuni spettatori sono arrivati a incitarlo a “farsi del male”, una scena surreale per un contesto giovanile. Solo il pronto intervento dei dirigenti del Riccione ha evitato il peggio: il direttore di gara è stato messo in sicurezza e accompagnato all’interno dell’impianto in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Due pattuglie dei Carabinieri hanno raggiunto il campo per riportare la calma e consentire all’arbitro di lasciare l’impianto sportivo senza conseguenze fisiche, ma con addosso la ferita emotiva di un episodio che nulla ha a che fare con i valori dello sport.

In seguito ai fatti, il Giudice sportivo ha emesso una durissima sanzione disciplinare: dieci giornate di squalifica all’allenatore del Rivazzurra, considerato il principale responsabile del caos, e un’ammenda da 800 euro alla società. Il referto arbitrale parla chiaro: sette ammonizioni, cinque espulsioni, e un contesto agonistico degenerato sin dai primi minuti di gioco.

L’episodio ha riacceso il dibattito sul clima eccessivamente esasperato che, anche nelle categorie giovanili, può prendere il sopravvento. Il ruolo educativo degli adulti – allenatori e genitori in primis – torna sotto osservazione, in un contesto dove l’obiettivo dovrebbe essere la crescita dei ragazzi, non la pressione e la rabbia.