Rimini. Aiutano una donna a sfuggire ai maltrattamenti domestici, ma finiscono a processo. Due ex assistenti sociali sotto accusa

Aiutano una madre e il figlio minore a trasferirsi in un luogo sicuro per sfuggire a presunti maltrattamenti familiari, ma finiscono per essere processate per violenza privata e omissione di denuncia. La vicenda coinvolge due ex assistenti sociali del servizio tutela minore dell’Ausl di Rimini, di 71 e 69 anni, difese dagli avvocati Luca Ventaloro e Martina Montanari, e la sentenza sarà emessa il prossimo 6 marzo.

La storia giudiziaria è iniziata otto anni fa. Nel 2016, una donna di Rimini si rivolse alle due assistenti sociali per chiedere aiuto e trovare una sistemazione sicura per sé e suo figlio minore. All’epoca, le assistenti sociali agirono in base all’articolo 403 del codice civile, dato che il pacchetto di leggi ‘codice rosso’ sulla violenza di genere non era ancora in vigore. La donna e suo figlio furono accolti in un luogo protetto per 51 giorni. Tuttavia, il marito della donna ha presentato una denuncia-querela affermando che la procedura non era stata seguita correttamente.

Nel 2019, la Procura della Repubblica di Rimini ha deciso di processare le due assistenti sociali con l’accusa di violenza privata e omissione di denuncia: secondo l’accusa, non hanno segnalato alle autorità la denuncia verbale della donna riguardo ai maltrattamenti familiari e alla violenza sessuale.

Difesa dalle assistenti sociali, invece, sostiene che sia stata la stessa donna a denunciare suo marito dopo aver richiesto di essere trasferita in un’altra sistemazione. Attualmente, la coppia è di nuovo insieme e la presunta vittima di maltrattamenti è stata chiamata a testimoniare per l’accusa durante il processo.