Rimini. Assalto cinese in spiaggia. I bagnini: «Non ci fanno paura»

mare spiaggiaIn spiaggia i bagnini alzano la muraglia contro i cinesi, pronti a fare sul serio per respingere le avances di investitori asiatici. A Monfalcone, in Friuli, imprenditori cinesi hanno piantato la prima bandierina comprando all’asta l’Isola dei bagni. E in Riviera? Le compravendite stagnano, colpa dell’incertezza sull’affidamento delle concessioni, ma da Riccione a Bellaria gli affari comunque ci sono. Sulla spiaggia della Perla verde un bagno con annesso ristorante viene proposto a 2,2 milioni di euro. L’offerta si trova su Mondobalneare.com assieme ai due stabilimenti di Bellaria Igea Marina in vendita rispettivamente per 210mila euro e mezzo milione di euro. Il primo è il bagno 17, alla Cagnona, il secondo si trova in zona centrale.
E’ solo un assaggio, perché non appena si risolverà l’incertezza dovuta al rinnovo delle concessioni, alla porta si faranno vedere nuovi investitori. «Non abbiamo paura dei cinesi – ribatte Giorgio Mussoni di Oasi Confartigianato -. Sappiamo che vanno dove ci sono i soldi, ma so anche che, se la legge sulle concessioni risponderà alle aspettative, non ce ne sarà per nessuno perché bravi come noi bagnini non ce n’è». La muraglia dovrebbe poggiare sui «principi base della legge – riprende Mussoni – . Se tutto andrà come previsto saremo in grado di respingere l’assalto di orientali e di grandi gruppi internazionali. «I nostri bagnini sono una garanzia, e per quanto riguarda le concessioni parliamo di evidenza pubblica, non di aste». Tradotto, non conteranno sono le valige piene di euro per portarsi a casa gli stabilimenti. Eppure mai dire mai.
«Le nostre spiagge non sono appetibili per i grandi gruppi – premette Mauro Vanni, presidente della Cooperativa bagnini sud -, ma staremo a vedere cosa accadrà quando ci sarà la legge. Per ora quanto accaduto a Monfalcone non mi preoccupa. Quella era una situazione molto diversa, dove oltre alla spiaggia c’era anche il ristorante. Da noi non ci sono realtà grandi con tutti i servizi e la ristorazione inclusa, e per un grosso investitore mettere assieme più concessioni, ristoranti e servizi sarebbe davvero difficile».
Così i bagnini nostrani scoprono che piccolo è bello, e come un esercito sono pronti a formare una testuggine contro l’invasore armato di montagne di euro. Sotto la cenere, intanto, covano gli affari e molti stanno alla finestra. «Di veri passaggi di concessione ne ho visto uno a Rivazzurra, in estate, per un prezzo basso, ma è stata ceduta per motivi personali ed è andata a un riminese». Infine crescono le richieste di gestione. «Forse come conseguenza della crisi – dice Mussoni – molte più persone stanno chiedendo stabilimenti in affitto per farsi un’esperienza». Il Resto del Carlino