Un uomo di origine dominicana, di 50 anni, è stato assolto in appello dopo aver subito una condanna a due anni e due mesi per estorsione nel 2018. La sentenza di primo grado riguardava un episodio risalente a oltre un decennio fa, quando l’imputato viveva in affitto a Ravenna con un quarantenne di Parma, con il quale condivideva le spese dell’appartamento. Tuttavia, il coinquilino scomparve, lasciando un debito di oltre 3000 euro.
Nel novembre 2013, i due si incontrarono per caso a Rimini e, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, il 50enne, supportato da alcuni amici, avrebbe minacciato l’ex coinquilino, promettendo conseguenze fisiche se non avesse saldato il debito. Durante questo incontro, uno degli accompagnatori dell’imputato danneggiò la vettura del quarantenne, forando tutti e quattro gli pneumatici.
A seguito di questi eventi, il quarantenne si rivolse alle autorità, portando all’indagine e al successivo processo. La difesa ha sostenuto che le azioni del proprio assistito non potessero configurare un’estorsione, ma piuttosto l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, un reato che richiede la denuncia della parte offesa. Poiché il quarantenne non presentò denuncia all’epoca, la corte d’appello ha accolto le argomentazioni dell’avvocato Enrico Graziosi, riqualificando il reato e dichiarando l’improcedibilità del caso contro il 50enne.