Rimini. Caro Diario…di Stefano Benaglia: fermate autobus senza sedute e senza coperture

Caro Diario, la cronaca è sempre dalla periferia Nord di Rimini. Un posto magico, dove tutto e il contrario di tutto accade perché gestito dal volere personale degli amministratori, che dispongono ed elargiscono a piacere favori e normalità. La marginalizzazione e l’eliminazione dei corpi intermedi della società è quasi completata, generando piccoli centri di potere locale che possono disporre della macchina pubblica per coltivare o punire i propri cittadini. In questa logica, di cui è permeata la nostra società, anche il semplice intervento di manutenzione risulta un dono e una concessione divina a cui dover rendere grazie. Vedersi chiudere una buca o risistemare un lungomare logoro e consumato non viene comunicata come un compimento del lavoro di amministratore che i cittadini ti hanno dato, bensì come un risultato politico ottenuto per grazia e bontà divina.

In questa quotidianità, dove si confonde politica con potere, collaborazione con obbedienza, ti segnalo per l’ennesima volta la questione fermate autobus senza sedute e senza coperture. Alla richiesta di tempistiche nell’installazione di pensiline adeguate ho avuto come risposta da parte del nuovo assessore alla mobilità, anche un po’ indispettito per la mia insistenza, che è stato dato incarico ad AMR di mappare le mancanze della loro gestione, senza un’indicazione chiara sui tempi utili per avere questa risposta. Quindi non solo non c’è un tempo certo per vedere l’installazione delle pensiline, ma addirittura siamo in attesa che la stessa azienda, che gestisce il servizio, prenda coscienza della propria inefficienza. Una situazione assurda in quanto la mancanza è evidente e segnalata da anni. Non serve fare un’indagine, basta prendere il monopattino e farsi Rimini-Torre Pedrera. 

Questa situazione, vista con gli occhi del mondo che conosciamo, appare una presa di posizione chiara da parte della vecchia assessora e del nuovo assessore, che trincerandosi dietro a “difficoltà che noi non possiamo capire” obbligano gli utenti del servizio pubblico, che spesso sono le fasce più deboli della nostra società, ad utilizzare un servizio scadente in condizioni di scomodità o vera e propria insicurezza. Credo che la foto, scattata venerdi 9 maggio ore 14.30, parla da sola, più delle mie parole. 

Cosa dici Caro Diario, toccherà supplicare la magnanimità e benevolenza assessorile, oppure finalmente chi deve farà il proprio dovere? 

Credo sia ora di ripartire dalla politica che cura il territorio, dalla parte di chi vive, lavora, resiste. 

Stefano Benaglia