Il Piano Spiaggia doveva essere calendarizzato a fine estate 2024, poi a febbraio, infine a maggio 2025. Ma anche maggio è passato e non si è vista l’ombra di una discussione, figuriamoci un’approvazione. Le acque sono agitate e confuse, anche se non si ammette la difficoltà è evidente che ci sono problemi grossi e qualche magagna.
Il Piano Urbanistico Generale (PUG) ha davanti a sé un viaggio di almeno due anni, un tragitto incerto e al momento molto fumoso. Gli incontri nei territori potrebbero servire per far nascere buone idee e proposte, ma quello che manca oggi è la discussione politica da parte di chi comanda questa città. Al momento ci sono chiari segnali di una speculazione edilizia all’orizzonte, di proporzioni senza precedenti, legata a informazioni non di dominio pubblico ma che sicuramente qualcuno ha. Probabilmente chi comanda ha già chiaro cosa scrivere nel PUG, ma lo racconta solo agli amici. O agli amici degli amici. È difficile spiegare come hotel chiusi e ignorati per anni, se non decenni, oggi tornano ad essere acquistati.
Il Partito Democratico ha deciso di andare a congresso per mantenere tutto uguale, dai segretari agli equilibri di potere. Una discussione azzerata, come la partecipazione e la funzione dei circoli. In molti circoli vige la gerontocrazia. Un partito che non esiste e conta meno di niente.
Nell’opposizione è iniziato il corteggiamento, con relativa scalata interna, ai comitati. Gli esponenti del centro destra sono impegnati ad arruolare oppure ad agevolare la costruzione di nuovi comitati. La promessa di abbattere questo sistema di potere catalizza le alleanze e favorisce la polarizzazione, ma porta ad accettare proposte bislacche pur di creare una massa critica spendibile come dote elettorale. Ma cosa succederà, se e quando, saranno vinte le elezioni? Due comitati con idee contrarie come saranno gestiti? E le proposte bislacche troveranno un compimento?
La lista del sindaco invece arriverà puntuale tra un annetto circa, con al suo interno un’insalata di persone e idee diverse, però prontamente allineate alle dipendenze dirette del candidato primo cittadino. Sono da sempre i più Realisti del Re, fedeli soldati pronti a tutto.
Caro Diario, da questa situazione cosa rimane nella Città? Una Rimini che vive nell’incertezza della politica, senza piani a medio e lungo periodo, senza un’idea di città, senza leader che possano catalizzare le energie, con un’emergenza abitativa devastante, servizi pubblici in crisi e spesso di qualità scadente, dove la malavita prospera e fa affari grazie ad un turismo stanco e basso spendente, con la politica voltata dall’altra parte o che appare in alcuni casi compiacente.
La responsabilità è di tutti noi, che abbiamo abdicato al nostro ruolo di controllori, che ci siamo lasciati intimidire dai modi brutali di alcuni governanti. Ma non è più il tempo della resistenza. Questo è il tempo dell’azione. Istruiamoci, organizziamoci, agitiamoci.
Stefano Benaglia