Rimini, chiesto il rinvio a giudizio per gli ex vertici di Happiness: al centro un crac da 10 milioni

La parabola di uno dei marchi più riconoscibili della moda giovanile italiana, partito dalle t-shirt irriverenti per approdare alle passerelle dello showbiz, si è chiusa ieri in tribunale con una nuova svolta giudiziaria. La Procura di Rimini ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per gli ex amministratori della società Happiness, ossia Yuri Scarpellini, fondatore del brand, e la sua ex moglie, co-gestori della società fallita.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, attribuisce agli ex coniugi almeno cinque ipotesi di reato legate a presunta bancarotta fraudolenta. A fare da cornice il fallimento della Piccoli e Grandi Srl, dichiarato dal Tribunale di Rimini nel 2020, che aveva spalancato un “buco” da circa 10 milioni di euro.

Gli atti raccolti parlano di tre bilanci contestati, nei quali a fronte di perdite pesanti erano stati indicati passivi ridotti, così da rendere possibile l’accesso a ulteriori finanziamenti bancari. Una dinamica che la pubblica accusa reputa parte integrante del crac.

La parola ora passerà al giudice per l’udienza preliminare, fissata per il 17 dicembre prossimo davanti al gip di Rimini, Vinicio Cantarini. Sarà quello il momento in cui verrà deciso se gli ex amministratori dovranno affrontare un processo formale.

Il marchio che aveva fatto della provocazione il proprio biglietto da visita davanti al jet set internazionale, oggi ritorna sulle cronache non per il suo stile ma per i conti che non tornano.