Rimini, ciclisti nel mirino: nuova aggressione di cani pericolosi lungo la pista ciclabile del Marecchia

La pista ciclabile lungo il fiume Marecchia torna al centro dell’attenzione per la presenza di cani aggressivi che mettono a rischio chi si muove in bicicletta o a piedi. Ieri, martedì 26 agosto, emerge un nuovo episodio che riaccende le preoccupazioni dei cittadini: alcuni animali, tra cui un pitbull e un dogo argentino, sarebbero tornati alle loro proprietarie dopo aver già aggredito passanti.

Un riminese racconta di essere stato morsicato il primo maggio scorso, intorno alle 19.30, riportando una lacerazione al piede sinistro che ha richiesto cure al pronto soccorso. «Quel cane girava libero insieme ad altri due, tra il letto del fiume e il vicino campo nomadi di via Islanda», spiega l’uomo, sottolineando di non essersi fermato per fotografare gli animali o chiedere informazioni ai ragazzi presenti sul posto, poiché era in compagnia di familiari e amici. Per fortuna, i suoi figli erano già più avanti e non sono stati coinvolti nell’aggressione.

La denuncia e il precedente intervento delle autorità

Nonostante le informazioni frammentarie, l’uomo si è rivolto alla polizia locale per segnalare l’accaduto. Durante la denuncia ufficiale, gli sono state mostrate foto di altri cani che avevano già attaccato passanti, confermando la pericolosità degli animali.

Nel marzo scorso, su proposta del servizio di sanità animale dell’Ausl e con ordinanza del sindaco Jamil Sadegholvaad, due cani erano stati temporaneamente affidati al canile. Solo uno di essi era stato recuperato, mentre le proprietarie, residenti nel campo nomadi, dovevano dimostrare di aver adottato misure di sicurezza adeguate per riaverne l’altro.

Nuovo episodio e apprensione dei cittadini

Il 13 agosto, verso le 19, il riminese ha nuovamente rischiato un incontro pericoloso con gli animali lungo la pista ciclabile. Fortunatamente, un altro ciclista ha segnalato il pericolo e lo ha indirizzato su un percorso alternativo. «E se questa volta fossero stati bambini?», si domanda l’uomo, scuotendo la testa. La vicenda evidenzia la necessità di un controllo più stretto e di misure preventive efficaci per garantire la sicurezza di chi frequenta l’area.