Alla vigilia del Primo Maggio, Davide Cupioli, presidente di Confartigianato Imprese Rimini, lancia un appello: “Domanda e offerta di lavoro non si incontrano efficacemente. È come un ponte che non si congiunge al centro del fiume. Imprese e lavoratori devono fare un passo in più, con il supporto delle Istituzioni, altrimenti l’economia rischia di piegarsi”.
Nonostante incentivi e strumenti formativi già attivi, Cupioli denuncia una crisi di soddisfazione e dignità del lavoro: “Tutti gli imprenditori che incontro lamentano carenza di personale. Occorre valorizzare il lavoro, anche attraverso meccanismi come il premio alla produttività. I numeri raccontano un quadro apparentemente positivo, ma la realtà nelle imprese è fatta di difficoltà e insoddisfazione diffusa”.
I numeri del lavoro artigiano in Emilia-Romagna
Secondo i dati dell’Ufficio Studi regionale di Confartigianato:
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L’artigianato emiliano-romagnolo occupa 277.000 lavoratori, il 16,7% del totale regionale, generando l’8,5% del valore aggiunto.
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Nel 2024 l’occupazione è cresciuta dello 0,5% su base annua, trainata solo dai lavoratori dipendenti (+17mila). Gli indipendenti, invece, sono in calo (-7mila).
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Rimini è la provincia con il maggior incremento occupazionale (+6,3%), seguita da Piacenza (+3,1%) e Ravenna (+1,8%).
La forza delle micro e piccole imprese (MPI)
Le MPI dimostrano un ruolo centrale nella creazione di lavoro:
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62,5% delle assunzioni previste tra aprile e giugno 2025 proviene da imprese con meno di 49 dipendenti.
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Rimini guida la classifica regionale con l’82,9% delle entrate programmate dalle MPI.
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La provincia detiene anche la quota più alta di dipendenti under 30 nelle MPI (20,6%).
Profili introvabili e sfide digitali
Le MPI faticano a trovare figure professionali qualificate: tra i profili più difficili da reperire, spiccano falegnami, elettricisti, meccanici, muratori e tecnici specializzati. Inoltre, nel 2024 si stimano 31mila assunzioni con alte competenze digitali, ma 60% di questi profili è di difficile reperibilità.
“Se non recuperiamo il valore del lavoro e il rispetto reciproco tra domanda e offerta, non ci sarà rilancio. Serve coraggio, visione e una nuova cultura del lavoro”, conclude Cupioli.