A partire dal 7 marzo 2025, il lupo non è più considerato una specie “strettamente protetta” ma semplicemente “protetta”: una decisione che segna un punto di svolta nella gestione del rapporto tra fauna selvatica e attività agricole, soprattutto nelle aree dell’entroterra riminese, sempre più colpite da assalti e danni agli allevamenti.
Il provvedimento, accolto con favore da Coldiretti Rimini, è stato interpretato come un passo avanti nella ricerca di un equilibrio tra la tutela della biodiversità e la salvaguardia delle attività zootecniche. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un crescente numero di attacchi ai danni di capi ovicaprini e bovini, con ripercussioni pesanti sul già fragile tessuto economico delle aree rurali.
La situazione è resa ancora più critica dalla prossimità degli attacchi alle abitazioni. L’avvistamento di lupi a pochi metri da scuole, centri abitati e stalle non è più un evento eccezionale. A Pennabilli, in località Ponte Messa, un lupo è stato visto nei pressi di un asilo; a Novafeltria e nella frazione di Sartiano si sono verificati più episodi di predazione, anche in pieno giorno, con i proprietari presenti all’interno delle abitazioni. I dati più recenti parlano di oltre dieci pecore uccise o disperse nel solo mese di aprile.
Per Coldiretti Rimini, la modifica dello status giuridico del lupo rappresenta una prima risposta ai problemi emersi sul territorio, ma non è sufficiente. Il presidente dell’associazione, Guido Cardelli Masini Palazzi, ha sottolineato che occorre ora un passo successivo: mettere in campo strategie di convivenza sostenibili che permettano una reale coesistenza tra uomo e fauna selvatica.
Da parte del direttore Alessandro Corsini è arrivata una sollecitazione chiara: servono interventi economici concreti, con risarcimenti tempestivi per i danni subiti e politiche di prevenzione rafforzate. Gli agricoltori e allevatori del territorio, sostiene Corsini, sono da troppo tempo lasciati soli a fronteggiare una situazione divenuta ormai strutturale.
Anche il vicedirettore Giorgio Ricci ha ribadito l’urgenza di avviare un controllo attivo della popolazione lupina, con il coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e nazionali. Coldiretti chiede l’apertura di un tavolo permanente di confronto e la definizione di un piano che tenga conto delle esigenze di sicurezza, sostenibilità e tutela ambientale.
Coldiretti Rimini, infine, si dice pronta a continuare il monitoraggio sul campo e a collaborare per individuare soluzioni condivise che garantiscano la sopravvivenza delle imprese agricole senza rinunciare alla conservazione del patrimonio faunistico.