Rimini, detenuto tenta il suicidio in cella: salvato in extremis dagli agenti di polizia penitenziaria

Nel silenzio ovattato del carcere di Rimini, nel primo pomeriggio di lunedì, una vita è rimasta appesa a un filo — letteralmente. Un detenuto di origine magrebina, 40 anni, ha tentato di togliersi la vita impiccandosi con una corda improvvisata. È stato salvato all’ultimo istante grazie all’intervento fulmineo di due agenti della polizia penitenziaria, che hanno evitato una tragedia annunciata.

L’uomo, in custodia cautelare da poco più di tre settimane per un’accusa di rapina, era rinchiuso in una cella singola. In quell’isolamento, aveva trovato il tempo e il modo di costruirsi un cappio rudimentale: strisce di lenzuolo intrecciate con cura, abbastanza robuste da sostenere il peso di un corpo umano. Una delle estremità era saldamente legata alle sbarre della finestra, mentre l’altra gli stringeva il collo.

Nonostante la sua posizione appartata e il tentativo di sottrarsi allo sguardo dei sorveglianti, qualcosa ha attirato l’attenzione di chi presidiava il reparto. L’agente di vigilanza e l’ispettore in servizio hanno reagito senza esitazione: hanno aperto la cella e sono intervenuti immediatamente, trovando l’uomo ormai privo di sensi, con segni evidenti della perdita di conoscenza e delle funzioni vitali compromesse.

È a questo punto che sono entrati in gioco i sanitari del carcere, le cui manovre di emergenza hanno rianimato il detenuto e scongiurato il peggio. Dopo un rapido trasferimento in ospedale per accertamenti, il quarantenne è stato dimesso e riportato in istituto.

L’episodio, drammatico ma fortunatamente risolto senza esiti fatali, è stato commentato dal sindacato Sinappe, secondo cui il salvataggio è l’ennesima dimostrazione della prontezza, della competenza e del senso del dovere del corpo di polizia penitenziaria, che non solo garantisce l’ordine interno, ma spesso si ritrova anche a dover salvaguardare la vita stessa dei detenuti.

Nel carcere dei Casetti, quella di lunedì non è stata una giornata come le altre. È stata la dimostrazione silenziosa di quanto, dietro le sbarre, ogni gesto possa fare la differenza tra la vita e la morte.