Ha scelto il patteggiamento a tre anni e quattro mesi l’agente della Polizia locale dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia accusato di aver imposto una “tassa” a titolari di negozi, in gran parte di origine asiatica, in cambio di controlli amministrativi più blandi o addirittura nulli. Contestati almeno tre episodi consumati e quattro tentati di concussione, tutti risalenti all’estate 2023, il vigile è stato al contempo licenziato dal suo incarico.
Un ricatto sistematico ai danni dei commercianti
Le segnalazioni sono partite nel 2023 proprio da chi si sentiva sotto pressione: esercizi commerciali che, per timore di sanzioni o controlli invasivi, versavano somme di denaro pur senza ottenere alcuna garanzia di “protezione”. L’indagine interna, avviata dopo la denuncia degli imprenditori, ha messo in luce un comportamento reiterato e pianificato, con richieste di quota variabili in base all’attività del negozio e alla percezione di “rischio” da parte dell’agente.
Le indagini e le prove raccolte
Gli accertamenti hanno coinvolto intercettazioni ambientali, riscontri documentali e testimonianze dirette: in più di un’occasione, il vigile avrebbe fatto esplicito riferimento alla sua autorità per spaventare i commercianti e costringerli al pagamento. A fronte dei riscontri, la Procura ha formalizzato le accuse di concussione, delineando un quadro di condotte ripetute per almeno sette episodi distinti.
Il patteggiamento e il licenziamento
Di fronte alla solidità delle prove, l’agente ha concordato con il pubblico ministero la pena di tre anni e quattro mesi, evitando il processo ordinario. Contestualmente, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia ha avviato la procedura di revoca del nulla osta per la prosecuzione del servizio, decretando il licenziamento disciplinare dell’agente.
Ripercussioni e misure di prevenzione
La vicenda ha sollevato interrogativi sulla trasparenza dei controlli locali e sul supporto offerto ai piccoli imprenditori stranieri. Le autorità comunali hanno annunciato l’introduzione di un numero verde dedicato per segnalare abusi e di un sistema di revisione periodica delle ispezioni, con la supervisione di un organismo indipendente. Sul fronte giudiziario, restano aperte eventuali azioni risarcitorie da parte delle vittime.