Non un gesto disperato, non un furto dettato dalla fame. Quello avvenuto nei giorni scorsi al Panificio Flaminio di Rimini è stato, come chiarisce il titolare Federico Montesi, un atto vandalico e predatorio a tutti gli effetti. L’uomo entrato nel locale non ha toccato nemmeno una pagnotta, ma ha danneggiato gli ambienti, svuotato un frigorifero e portato via del denaro e un marsupio, prima di essere fermato.
Montesi ha deciso di raccontare la vicenda per correggere la narrazione che rischiava di dipingere l’accaduto come un gesto mosso dalla necessità. Al contrario, non si è trattato di un episodio di povertà estrema o fame, ma di un furto mirato, documentato dalle forze dell’ordine.
Pane sì, ma a chi ha davvero bisogno
Il panificio, da tempo, è un punto di riferimento per diverse famiglie del quartiere, che ogni giorno ricevono le rimanenze di pane poco prima della chiusura. A partire dalle 12:40, il banco si apre a chi ha bisogno: meno di una decina di persone, tra pensionati e residenti stranieri, che vengono aiutati con continuità e discrezione.
Il gesto solidale, spiega Montesi, fa parte dello spirito del panificio, che ha sempre cercato di sostenere chi si trova in difficoltà. Ma quanto accaduto con l’irruzione nel negozio non ha nulla a che vedere con questo spirito di condivisione: non c’è stata alcuna richiesta, nessuna urgenza manifestata, solo un’azione violenta, che ha creato danni e sottratto risorse.
Un furto, non una richiesta di aiuto
L’intento del titolare è anche quello di tutelare la verità dei fatti, per rispetto di chi riceve davvero un aiuto ogni giorno e per non generare confusioni o giudizi frettolosi. La vicenda è ora all’attenzione delle autorità, che stanno completando le verifiche del caso con il supporto delle registrazioni video.