Un’aula affollata e un imputato deciso a parlare. Giovedì si è tenuta a Bologna una nuova udienza davanti al Tribunale del Riesame per discutere la scarcerazione di Louis Dassilva, il 35enne senegalese accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata senza vita nel garage di via del Ciclamino, a Rimini, lo scorso ottobre.
Dassilva: “Non ho fatto nulla, voglio solo lavorare”
Portato in aula dalla polizia penitenziaria, Dassilva ha scelto ancora una volta di non sottrarsi. Ha preso la parola in prima persona per lanciare un messaggio chiaro ai magistrati:
“Non ho ucciso io Pierina. Sono venuto in Italia per cercare fortuna, non per finire nei guai.”
Fronti contrapposti: prove, perizie e dubbi
I suoi legali, Andrea Guidi e Riario Fabbri, hanno puntato sulle lacune investigative, contestando in particolare la versione fornita da Manuela Bianchi, e portando perizie difensive che metterebbero in discussione la presenza di Dassilva nel luogo del delitto.
Dal canto suo, il PM Daniele Paci ha ribadito che il quadro accusatorio si è rafforzato, nonostante la perdita di una telecamera ritenuta inizialmente rilevante (la Cam3), e ha presentato nuovi elementi tecnici ritenuti compatibili con il coinvolgimento dell’indagato.
Una decisione attesa entro poche ore
Ora l’ultima parola spetta ai giudici del Riesame, che dovranno comunicare l’esito entro sabato. Se non lo faranno, Dassilva resterà in carcere, con la sua richiesta di libertà rigettata ancora una volta. Il caso resta uno dei più complessi e discussi dell’ultimo anno.